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Roma: Slot machine e VLT, accesi solo per 8 ore

Tra tutte le città importanti che si sono schierate contro il gioco, più o meno purtroppo soltanto con fini prettamente politici e, quindi, per mettersi in luce ed in condizioni “favorevoli” nei confronti dell’opinione pubblica, non poteva certo mancare la Capitale, anche se il suo intervento nei confronti del mondo del gioco d’azzardo, non è stato immediato come in altri territori più rapidi che hanno messo in atto regolamentazioni restrittive sul gioco in modo quasi immediato. Che Roma, altresì, non avesse un occhio benevolo per il mondo del gioco d’azzardo si era percepito già da tempo: di conseguenza, ci si aspettava certamente qualcosa di altrettanto restrittivo che assomigliasse ai provvedimenti di altre grosse metropoli, cosa che è puntualmente arrivata.

Infatti, il Primo Cittadino, Virginia Raggi, ha firmato in aggiunta al Regolamento romano sul Gioco, l’ordinanza relativa ai definitivi orari di gioco nei locali: ne consegue, quindi, che le “famigerata macchinette” nella nostra Capitale potranno essere funzionanti per un massimo di otto ore giornaliere. Il provvedimento stabilisce che “l’orario di funzionamento degli apparecchi da intrattenimento e svago con vincita in danaro, come le slot machine, venga limitato agli orari dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 18 alle ore 23 di tutti i giorni, festivi compresi. Probabilmente, con questo input il Primo Cittadino della Città Eterna intende salvaguardare il territorio, il suo decoro e la quiete pubblica, evitando assembramenti vicino alle sale giochi la cui apertura si protrae nella tarda serata, infastidendo i cittadini che hanno residenza nei luoghi vicini alle sale da gioco che. come si sa. comportano presenza di giovani “a volte chiassosi” (per usare un eufemismo).

Questo intervento istituzionale interessa ogni diversa collocazione delle slot machine: sale dedicate, nei bingo, nelle sale scommesse od in bar e nelle tabaccherie. Gli apparecchi di gioco dovranno essere spenti tramite un interruttore elettrico e nel provvedimento è anche previsto, ovviamente, che non vi si possa accedere ad effettuare partite durante la “sospensione”: i nuovi orari dovranno essere ben visibili tramite avviso sia all’interno che all’esterno dei locali con esposizione “obbligatoria” dei medesimi. Le sanzioni amministrative, in caso di non rispetto del provvedimento sottoscritto dal Primo Cittadino della città capitolina, variano da 150 a 450 euro per esercizio, indipendentemente dal numero di apparecchi presenti, mentre in caso si verifichino due infrazioni in uno stesso anno solare, e per ogni violazione successiva alla seconda (ed anche in presenza del regolare pagamento delle multe precedenti), è prevista una sanzione accessoria che consiste nello spegnimento di tutti gli apparecchi per un periodo non superiore a cinque giornate.

Una tempistica, questa ultima, considerata “significativa” certamente per l’esercente, ma anche idonea per la salvaguardia del sociale e per far comprendere la gravità della “insofferenza normativa”. Questo provvedimento va a completare il Regolamento sul Gioco, approvato circa un anno fa, dove si fissava anche la distanza minima di 350 metri dai cosiddetti luoghi sensibili elencati “corposamente” in detto regolamento. Il Sindaco di Roma si dichiara soddisfatto anche di quest’ultima ordinanza “oraria”: lo sottolinea e dichiara apertamente in un’intervista. Prima di tutto, si ribadisce con forza, che per le istituzioni capitoline la salute dei propri cittadini viene al primo posto, ed è esattamente “per questo motivo che la guerra al gioco d’azzardo non si fermerà. Contenerne la diffusione, attraverso l’introduzione di limiti orari, distanziometro ed altro è un atto doveroso”. Chissà se insieme alla cittadinanza ringraziano anche quelle imprese di gioco legali aams che saranno costrette a ridimensionare, in modo corposo, la propria attività e proprio in quegli orari dove, invece, “altri esercizi” sono aperti e funzionanti e, sopratutto, “operanti con il gioco”?

A questo chi scrive potrebbe controbattere che si spera che il Primo Cittadino di Roma applichi lo stesso “rispetto” della cittadinanza per quanto attiene le buche stradali (che hanno già comportato danni notevoli agli automobilisti e motociclisti di cui si è anche occupata la cronaca) e pure per quanto riguarda l’immondizia che a Roma, caput mundi, sembra veramente essere alquanto presente tra i meravigliosi monumenti e le strade antiche che ricordano i suoi “vecchi ed antichi splendori”. Il rispetto della cittadinanza dovrebbe comprendere anche questo tipo di “interessamento” e non soltanto la “guerra” anticipata, e messa in campo, nei confronti del mondo dei giochi e di tutto ciò che questo settore comporta e rappresenta e non solo a Roma, ovviamente.

Indubbiamente, tutto ciò che riguarda la Capitale suscita sempre un maggiore interesse poiché là ha sede il Governo, quindi la politica centrale con le sue istituzioni, e forse per questo dovrebbe essere un esempio per tutte le altre città. Quindi, si spera che le altre città, tutte comprese, non prendano solo esempio per la “tenzone contro il settore ludico” intrapresa da Virginia Raggi e da tutto il suo team, ma anche per tutto il resto che Roma dovrebbe rappresentare: un esempio di totale rispetto per i propri cittadini, per le proprie strade e per tutta l’organizzazione che dovrebbe far risaltare questa città stupenda e che invece, a mezzo delle immagini che pervengono dai media certamente non la fanno apprezzare in tutto il suo splendore. Con tutto il rispetto, ovviamente, del suo Primo Cittadino, di ciò che esterna alla stampa e di ciò che concretizza con il suo operato: ma senza alcuna polemica, naturalmente!

La Redazione

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