Venti arresti nei comuni di Castellammare di Stabia, Pompei, Santa Maria La Carità e Scafati. Gli indagati devono rispondere di associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. E’ il risultato dell’operazione condotta dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale Antimafia. I 20 soggetti sono ritenuti promotori, affiliati o strettamente contigui al “clan Cesarano” così come si legge in una nota della GdF (http://www.gdf.gov.it/stampa/ultime-notizie/anno-2019/novembre/eseguite-ordinanze-di-custodia-cautelare-nei-confronti-di-20-persone)
“Le investigazioni, avviate grazie alla denuncia di un imprenditore di Castellammare di Stabia operante nel settore delle “slot machines”, hanno consentito di ricostruire un analitico e voluminoso quadro indiziario sulla riorganizzazione del sodalizio criminale stabiese, sulla nuova struttura organigrammica della medesima consorteria e sulle modalità operative mediante le quali veniva imposto il controllo sulle attività economiche della zona o venivano gestiti lucrosi traffici delittuosi, accumulando in questo modo ingenti proventi illeciti. In specie – prosegue la nota – la compagine criminale dei “C.”, sotto l’egida verticistica della figura carismatica del nuovo leader che riceveva gli affiliati presso il suo quartier generale fissato nella zona stabiese di “Ponte Persica”, è risultata attiva prevalentemente nell’imposizione delle estorsioni alle imprese commerciali, nella conduzione, mediante prestanome, di importanti realtà imprenditoriali locali e nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti. Nell’ambito dell’attività estorsiva […] mediante minacce e violenze, obbligavano decine di imprenditori a versare periodicamente il “pizzo”, oltre che ad imporre il noleggio di ‘slot machines’, i cui proventi confluivano nella casse del clan per sostenere le famiglie storicamente affiliate, servivano per pagare gli stipendi agli organici e venivano reinvestiti in altre attività illecite”.
La Redazione