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Covid-19: la Russia consiglia lavaggi nasali con il sale. E’ polemica

Dalla Russia arrivano notizie che in tempi di pandemia lasciano tutti perplessi. La vendita del sale schizza alle stelle perchè il ministero della Salute russo nell’opuscolo sulle “Raccomandazioni metodiche provvisorie per la profilassi di COVID-19” invita tutti al lavaggio del setto nasale con una soluzione a base di sale alimentare. La pratica pare che ridurrebbe la quantità dei virus e dei batteri infettivi, riducendo i rischi di contagio da coronavirus (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Russia-Ministero-della-Salute-raccomanda-di-usare-il-sale-contro-COVID19-causando-aggiotaggio-8694e694-2dce-4090-bc98-baf55ede8e51.html?refresh_ce). Ciò ha causato aggiotaggio e le incette del sale da parte dei russi in generale e dei moscoviti in particolare.

Evgeny Ivanov, esperto dell’Istituto per lo studio dei mercati agricoli, ha parlato del rischio che i produttori di sale possano sfruttare questa situazione per aumentare i prezzi del prodotto. Nella settimana dal 31 marzo al 6 aprile, l’Istituto statale di statistica (Rosstat) aveva rilevato già un aumento del costo del sale, dello 0,6%. Forse perché dall’inizio della pandemia il prodotto aveva già subito una crescita della domanda per via dell’aumento del suo impiego in cucina, come conseguenza del lockdown, e per l’effetto scorta su un prodotto utile.

Ed effettivamente i supermercati hanno aumentato le richieste di fornitura di sale alimentare di ben 20% ma pare che il prezzo sia rimasto lo stesso. La catena di ipermercati Auchan ha comunicato che nel periodo tra il 9 e il 13 aprile le vendite di sale sono aumentate del 15%. Il Dipartimento di commercio del governo di Mosca assicura che sui banchi dei negozi non c’è deficit del sale e, nel caso di massiccia richiesta e incette, le forniture del sale a Mosca possono essere anche aumentate. La città di Mosca ogni anno consuma 30 mila tonnellate di sale, ossia 670 tonnellate a settimana. Ogni moscovita consuma ogni anno 2,8 chili di sale, mentre la cifra giusta, stabilita dal Ministero della Salute, è di 1,8 chili pro capite.

La Redazione

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