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Emilia Romagna, gioco d’azzardo: il dibattito Lega-Pd sul riordino del settore

Si apre all’interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna l’acceso dibattito tra maggioranza e opposizione sul riordino del settore del gioco d’azzardo. In seguito all’approvazione della risoluzione di Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) e Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) per mettere ordine nel settore,  Massimiliano Pompignoli (Lega) ha commentato: “occorre tenere conto di fattori importanti come l’occupazione: la legge regionale del 2017 ha portato a una chiusura indiscriminata di sale mettendo in ginocchio un settore. Ma chiudendole non si è evitato il proliferare di scommesse illecite perché si tende a giocare di più online, rendendo il gioco più facilmente accessibile anche ai minori. Ora si chiede al governo di intervenire per uniformare il panorama italiano, ed è condivisibile, ma si presenta una risoluzione dopo sei anni di discussioni in Aula che andavano nella stessa direzione”. A fargli eco il leghista Michele Facci che ha ribadito l’inopportunità di “anticipare la legislazione nazionale, sicuramente mancante, con la legge regionale 5. Come conferma la clausola valutativa i vari giochi e lotterie leciti sono quelli che hanno la più alta diffusione nelle famiglie. Inoltre, è calato il gioco fisico ma è aumentato quello online che è più difficile controllare. E questo alimenta la criminalità organizzata. Con l’aggravante che con la chiusura delle sale da gioco regolamentate sono rimasti senza lavoro circa 5mila operatori del settore e dell’indotto. Giusto il riordino ma l’errore della legge regionale è stato quello di spostare il gioco sul web. Quindi non si sono impediti gli effetti negativi”.

A difendersi dalle accuse dell’opposizione Lia Montalti (Partito democratico): “Abbiamo lavorato tanto sul gioco d’azzardo a fronte di uno scenario preoccupante sul quale era necessario agire. Non è vero che i giocatori sono prevalentemente online: il 50,4% dei luoghi per giocare sono i bar tabacchi, poi le case da gioco e il 15% le piattaforme. Negli ultimi anni c’è stato un calo e questo, secondo l’Agenzia delle dogane è attribuibile alla chiusura dei luoghi deputati al gioco fisico. Gli euro persi al gioco sono in media 810 per ogni residente in Emilia-Romagna contro i circa 700 della media nazionale nonostante gli strumenti messi in campo come la diminuzione della presenza fisica. Va messa in campo una commissione nazionale per indagare sulla dimensione del comparto, che vigili e contrasti il gioco illecito”.

Francesca Maletti (Pd) ha ricordato “che le ordinanze del Tar hanno rigettato i ricorsi contro le chiusure, a tutela della salute pubblica. Il Piano di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo 2022-2024 implementa le strategie di azione con particolare attenzione alle categorie più ‘fragili’ come giovani, anziani e donne. Per la formazione finalizzata al contrasto si agisce su più livelli, in base alle specificità dei territori. Nel 2021 in Emilia-Romagna sono state oltre 31mila le persone assistite per dipendenze patologiche di cui il 3,7% per gioco d’azzardo. Nel 2022 è stato speso un miliardo e mezzo in gioco. Per cui il fenomeno va tenuto in grande considerazione”.

La Redazione

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