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Il mondo dello sport piange la scomparsa di Silvio Berlusconi. Galliani: “E’ un vuoto totale”

Il mondo dello sport piange la scomparsa di Silvio Berlusconi, proprietario del Monza e al comando del Milan per oltre trent’anni, dal 1986 al 2017. Accanto a lui da sempre, sia in rossonero sia ora nel club brianzolo, l’amico e fidato collaboratore Adriano Galliani. “È un vuoto totale che non potrà mai essere colmato”. Il suo primo messaggio subito dopo la notizia. Poi Galliani attraverso il sito web del Monza, ha salutato così Silvio Berlusconi: “Affranto, senza parole, con immenso dolore piango l’amico, il maestro di tutto, la persona che mi ha cambiato la vita per oltre 43 anni. Riposa in pace caro Presidente. Con tanto, tanto amore. Adriano Galliani”.

Tanti i messaggi di cordoglio da parte di sportivi e tecnici. “Sto male, nonostante tutto non me l’aspettavo”. Piange Arrigo Sacchi dopo aver ricevuto la notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi, il presidente con cui l’ex tecnico ha trionfato in panchina con il Milan, “l’amico geniale al quale devo tutto”. “Silvio Berlusconi è stato un uomo generoso – ha aggiunto Sacchi all’Ansa – e ha cercato di cambiare questo Paese difficile, formato da individualisti. Lo era anche lui? No, pensava di insieme e vedeva lontano: quando mi prese gli dissi “lei o è pazzo o è un genio”. Visti i risultati, datemi voi la risposta…”. Sacchi definisce Berlusconi “Una montagna che è caduta in uno stagno. Nel calcio come in politica”. Il primo incontro: “Settembre 86 amichevole con il Parma. Era nell’accordo perché avevamo preso 5 giocatori dal Milan, alla fine della partita mi volle conoscere e mi disse ‘Sacchi la seguirò con attenzione. Ci rivedremo’ – riporta lastampa.it – Sei o sette mesi dopo mi richiamò. Ha sempre mantenuto la parola data”.

Anche il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, ha così ricordato Berlusconi: “Lascia un vuoto enorme nel paese e nel mondo sportivo che ha caratterizzato. È una brutta notizia per la nostra nazione. L’ho conosciuto tanti anni fa, un uomo incredibile. Faccio fatica a pensare che sia mancato – ha proseguito – Un combattente che sembrava non dovesse arrendersi mai. Si pensava che potesse attingere sempre a qualcosa in più degli altri. Su questo ci scherzava anche. È stato un uomo di sport molto orientato alla vittoria come tutti i grandi uomini con la caparbietà orientata all’obiettivo e quando è uscito dal Milan lo ha fatto con dolore per come ha interpretato il ruolo. Poi ha ripreso con ambizione e umiltà dal Monza, una sfida che sembrava non alla sua altezza e l’ha portata alla sua altezza”. Abodi parla di “eredità difficile e grande riconoscimento all’uomo nonostante tutto quello che gli è stato fatto pesare nel corso della vita”.

A fargli eco il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Lo sport gli deve moltissimo. Trentuno anni, 29 trofei di cui 13 internazionali. Non a caso il Milan fino a pochi mesi fa era la squadra più titolata in assoluto. Impressionante la bacheca, merito della sua genialità, della sua generosità e capacità organizzativa. Un uomo di sport poliedrico. Un aneddoto: avevo proposto di dargli il Collare d’Oro al merito sportivo a fine anno, sperando che le sue condizioni gli permettessero di venire a ritirarlo – ha aggiunto – E’ un pezzo del paese che se ne va, non posso dare giudizi in altri contesti per cui non ho ruoli. Ma nello sport abbiamo perso un gigante e mi unisco al dolore dei familiari. E’ una notizia che ci ha reso tutti molto tristi e, anche se si sapeva che c’erano condizioni di salute complicate, non ha trovato preparato nessuno”.

La Redazione

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