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Operazione Las Vegas: sequestro di 9mln agli eredi del “re dei videopoker”

Un giro d’affari che si spingeva fino a Milano e che ha fruttato quasi 9 milioni di euro ai coniugi A. S., di 52 anni, e M. R. di 51, imprenditori attivi nel settore del noleggio di apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro nella città di Reggio Calabria. Nei loro confronti e nei confronti del figlio, 28 anni, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del sostituto della Dda Stefano Musolino, la presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria Ornella Pastore ha emesso un decreto di sequestro. Si tratta dell’operazione “Las Vegas”, scattata stamattina all’alba. La Guardia di finanza ha applicato i sigilli a sei fabbricati, due terreni e quattro società, due con sede a Reggio Calabria (la Vieffe Srl e la Vienne Srl) e due con sede a Milano in via De Amicis: la Savini Group srl e la Savini Slot Srl. Queste vengono considerate dal pm Musolino come “imprese mafiose”. Secondo la Procura, infatti gli indagati non sono solo “imprenditori attivi nel settore del noleggio di apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro nelle zone del Gebbione e di Sbarre”. Ma anche “contigui” alla cosca Labate ed eredi del “re dei videopoker”, Gioacchino Campolo.

Secondo quanto riportato dagli inquirenti impegnati nell’operazione Las Vegas “Nello specifico, a seguito di articolate attività investigative espletate dalla Compagnia territoriale di Reggio Calabria, emergevano svariate condotte criminali perpetrate da uno degli imprenditori, subentrato nella gestione del business a un altro soggetto, forti del suo consenso. Il “Gruppo”, dunque, ha beneficiato dell’eredità riuscendo così a fare quel salto imprenditoriale che ha consentito alle sue imprese di conoscere una vertiginosa crescita economica, soprattutto grazie alle “sponsorizzazioni” assicurate dalla cosca “Labate”. La loro vicinanza ad ambienti criminali di questo calibro è stata confermata, oltre che dalle attività investigative, anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia di rilevante spessore, ritenuti di solida affidabilità nelle competenti sedi giudiziarie. Tra le condotte configuranti la pericolosità sociale qualificata dei soggetti proposti si segnalano, oltre alle condotte di concorso esterno in associazione mafiosa (cosca Labate), plurime condotte integranti delitti contro la pubblica amministrazione, grazie al concorso di pubblici ufficiali infedeli che agevolavano la crescita imprenditoriale del gruppo, garantendo il conseguimento illecito di licenze ed autorizzazioni, plurime condotte estrinsecazione minacciosa e violenta dell’intimidazione di matrice mafiosa. Gli accertamenti eseguiti hanno evidenziato una significativa e ingiustificata differenza tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte sui redditi e il patrimonio posseduto (anche indirettamente, tramite i propri figli), nonché l’intrinseca illiceità dell’enorme patrimonio accumulato nell’arco temporale oggetto di investigazioni (15 anni): è stata così constatata la sussistenza di una sperequazione di oltre 8,8 milioni di euro. L’ingente disponibilità di denaro contante da parte dei componenti del “Gruppo” è comprovata anche dalle modalità di effettuazione, da parte dei medesimi, di acquisti immobiliari di rilevante entità. In esecuzione del decreto applicativo della misura di prevenzione patrimoniale in parola, i finanzieri reggini hanno individuato e, contestualmente, sottoposto a sequestro 8 beni immobili (di cui 6 fabbricati e 2 terreni) situati a Reggio Calabria e a Milano e 4 società (con i relativi patrimoni), unitamente al complesso delle disponibilità finanziarie riconducibili ai soggetti proposti. Contestualmente l’Autorità Giudiziaria procedente ha emesso un apposito decreto di perquisizione ricomprendente tutti i luoghi rientranti nella disponibilità dei componenti del “Gruppo” e delle 4 società agli stessi riconducibili, al cui esito i militari operanti hanno rinvenuto e sequestrato documentazione e altro materiale probatorio di rilevante interesse investigativo, che sarà oggetto di ulteriori approfondimenti. La presenza delle sedi delle società del “Gruppo” e dei beni immobili riconducibili ai componenti del medesimo sull’intero territorio nazionale ha implicato, in sede di esecuzione delle misure di prevenzione patrimoniali e del decreto di perquisizione, il coinvolgimento di numerosi altri Reparti del Corpo territorialmente competenti, essendo numerose sedi dislocate nelle province di Milano, Torino, Vercelli, Bergamo e Monza-Brianza, oltre che nella provincia di Reggio Calabria”.

(http://www.strettoweb.com/2020/09/reggio-calabria-operazione-las-vegas-sequestro-coniugi-sapone-giacchino-campolo/1052850/)

La Redazione

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