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Piemonte, con la nuova legge gioco in aumento del 10%. Mille locali hanno introdotto nuove slot

Secondo uno studio Gaps (gambling adult population survey) applicato sul Piemonte, illustrato nell’ambito del convegno “Le buone prassi nel trattamento del disturbo da gioco d’azzardo” sarebbero 42 mila i giocatori problematici in Piemonte e solo 765 in cura. I cittadini piemontesi nel 2021 hanno speso in media 958 euro nel gioco d’azzardo online e 644 euro in sale gioco e casinò. Secondo quanto scrive  Federica Cravero su Repubblica, il quadro piemontese è comunque più roseo della media italiana, che è di 745 euro spesi a testa nella rete fisica e 1132 nella rete telematica. “Frutto anche di una legge regionale varata nel 2016 dalla giunta di centrosinistra che ha limitato l’installazione di macchinette, tanto che nel 2021 si è raggiunto il numero minimo di apparecchi a partire dal 2016: 15.357 distribuiti in 2098 esercizi commerciali – ha spiegato Paolo Jarre, tra i pionieri in Piemonte a trattare il gioco d’azzardo come una dipendenza – Si tratta di una densità di offerta estremamente inferiore rispetto alla media nazionale ed è di grande interesse poiché secondo gli esperti la prossimità dell’offerta del gioco d’azzardo è riconosciuta come fattore di rischio”. Poi ci ha pensato la destra con la nuova legge in materia di gioco d’azzardo. Così se i locali dotati di apparecchi sono diminuiti di oltre 5 mila unità dal 2016 al 2021 (quasi l’80%, ben più del 33% della media nazionale) proprio a partire da quell’anno, in corrispondenza della nuova legge regionale che ha allentato le limitazioni, mille locali hanno introdotto nuove macchinette, mentre la tendenza a livello nazionale continua ad essere in diminuzione.

Nel 2021 gli apparecchi sparsi nella regione sono aumentati del 10,3%, contro una diminuzione dell’1,4% in Italia. “Tenendo anche conto del passaggio al gioco online, secondo le stime fatte, se la legge del 2016 non fosse entrata in vigore, i Piemontesi avrebbero giocato 2 miliardi di euro in più, rispetto ai 34 miliardi effettivamente giocati. Di qui l’importanza di quella legge e i rischi legati al suo snaturamento dalla riforma del 2021”, conclude Jarre.

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