“Sto ricevendo numero segnalazioni da parte degli operatori di gioco pubblico in merito alla chiusura dei conti da parte delle banche nazionali più grandi. Il gioco pubblico ha al suo interno migliaia di lavoratori e rappresenta un presidio di legalità. Negare il credito al settore del gioco pubblico può rappresentare un problema in termini di inclusione bancaria e mettere in condizioni complicate le aziende del comparto. Dunque, chiedo se l’ABI può chiedere alle proprie associate di non chiudere i conti e permettere la loro apertura agli operatori del gioco pubblico”. E’ quanto ha dichiarato il deputato di Italia Viva, Massimo Ungaro, una volta terminata la relazione dell’ABI davanti alla Commissione Finanze della Camera, sottolineando le gravi problematiche per l’accesso al credito del settore del gioco pubblico. A tal proposito il direttore generale dell’Associazione bancaria italiana, Giovanni Sabatini, ha risposto: “Il tema è sotto la nostra attenzione e insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha la vigilanza su questo settore economico, stiamo cercando soluzioni compatibili con quello che noi oggi osserviamo. Il quadro normativo europeo richiede nei confronti di determinati soggetti delle verifiche rafforzate. Laddove queste verifiche non vengono superate o non vengono forniti gli adempimenti richiesti la banca ha l’obbligo, in adempimento a queste regole europee, di chiudere il conto o non aprire il conto. Occorre, e su questo stiamo lavorando, trovare un meccanismo che rispetti le regole europee ma allo stesso tempo consenta ad operatori autorizzati e vigilati di continuare ad operare in un settore importante per l’economia”.
Sulle normative Ue Sabatini aveva già spiegato: “Il quadro normativo europeo richiede verifiche rafforzate nei confronti di determinati soggetti, laddove queste non vengano superate alla banca è richiesto di chiudere il conto o non consentirne l’apertura”.
La Redazione