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Arezzo, banda delle slot machine: arrestati due pregiudicati

Dovranno rispondere dei reati di furto aggravato in concorso e ricettazione i due pregiudicati arrestati ad Arezzo per aver compiuto furti di slot machine all’interno di alcuni esercizi pubblici di Arezzo. I militari del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Arezzo hanno dato esecuzione alle due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Arezzo su richiesta della locale Procura della Repubblica.

“Gli episodi – si legge nel verbale dei Carabinieri – sono avvenuti tra la metà di ottobre e inizio novembre dell’anno scorso, quando la banda prese di mira 5 esercizi pubblici, tutti bar situati nel centro storico di Arezzo”. Le complesse indagini compiute dai militari hanno consentito di “accertare il consolidato modus operandi della banda. In particolare, i componenti del gruppo preparavano i colpi alcuni giorni prima, effettuando un accurato sopralluogo nei bar individuati. Durante questa fase gli indagati, entravano nei bar come normali acquirenti, consumando al banco anche alcune bibite. Successivamente si avvicinavano alle slot machine con le quali effettuavano alcune giocate, verificando, contestualmente, le modalità di collegamento delle stesse, selezionando così le possibili macchinette da asportare. Il giorno stabilito per il furto, gli albanesi si introducevano, in orario notturno, all’interno degli esercizi commerciali mediante la forzatura della porta d’ingresso con spaccata delle vetrate e abbattendo le serrande. Una volta all’interno dei bar, in pochissimi minuti i malfattori prendevano di mira le slot machine precedentemente individuate in sede di sopralluogo, le quali venivano letteralmente sradicate dai cavi di collegamento. Dopodiché le macchinette asportate venivano caricate sui furgoni rubati, con i quali la banda si dava alla fuga. Dopo alcune ore dal furto, una volta impossessatosi del contenuto in denaro, i ladri abbandonavano le slot-machine ed i cambia-monete sottratti in luoghi di campagna isolati. Le macchinette a volte sono state ritrovate anche dopo alcuni giorni”, si legge ancora nella nota.

La Redazione

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