La ludopatia è una malattia caratterizzata dall’incapacità della persona che ne affetta di controllare l’istinto di giocare ad azzardo o fare scommesse. Questo accade, precisa il ministero della Sanità, anche se la persona che ne è colpita sia consapevole che questo possa portare gravi ripercussioni. Il pericolo a cui può incappare il malato, infatti, non è solamente l’esaurimento incontrollato delle proprie risorse economiche, ma anche di trascurare le normali attività di tutti i giorni (tra cui lo studio e la carriera professionale) e i propri affetti.
Secondo quanto riporta il sito di Skytg 24, i primi sancire che il gioco d’azzardo assume le caratteristiche di una vera e propria malattia sono stati i ricercatori dell’American Psychiatric Association, nel 1980. Quattordici anni dopo il gioco d’azzardo patologico, questo era il nome usato dalla società scientifica, è stato catalogato nel DSM-IV (manuale diagnostico e statico dei disturbi mentali) come “disturbo del controllo degli impulsi”. Il manuale ha descritto il gap come “comportamento costante, intermittente e inadeguato di gioco che danneggia le attività personali, familiari o professionali”.
La ludopatia è identificata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità, che l’ha inclusa tra i “disturbi delle abitudini e degli impulsi”. Come se non bastasse tale malattia si abbina a depressione, attacchi d’ansia, disturbo bipolare e altri disturbi fisici legati all’affaticamento. Il sito online del ministero della Sanità riporta che la maggioranza tra gli adulti questo disturbo varia dall’1 al 3 % della popolazione, con più diffusione tra familiari e parenti di giocatori.
Stando a quanto riporta il manuale diagnostico e statico dei disturbi mentali, un ludopatico presenta almeno questi cinque sintomi. Prima di tutto se è preso dal gioco cerca di programmare la prossima giocata a trovare il modo di trovare denaro; se ha bisogno di giocare somme sempre più elevate; se prova a diminuire, controllare ed eliminare il gioco d’azzardo, ma senza risultati; se è irascibile e nervoso quando prova a smettere di giocare ad azzardo, se gioca per sottrarsi dai problemi; se dopo aver perso, tenta a far fruttare il denaro perduto; se non dice la verità ai familiari o al proprio specialista sulle proprie abitudini sul gioco; se compie reati per rivenire denaro da spendere nelle giocate, se ha messo in crisi il lavoro o una relazione per seguire le proprie aspirazioni di vincite al gioco; infine, se richiede prestiti per coprire le cifre perdute.
Nel nostro paese la cura della ludopatia è piuttosto attuale. In alcune regioni i Servizi per le dipendenze patologiche delle ASL hanno creato specifiche associazioni composte da medici, psicologi, educatori, infermieri e assistenti sociali, che si dedicano a diagnosticare e curare la ludopatia. A questo, poi, si aggregano società che si dedicano di auto mutuo aiuto. Per di più, in Italia a partire da gennaio 2017, il rinnovamento dei livelli essenziali di assistenza, hanno condotto all’introduzione anche di terapie per la ludopatia.
Katia Di Luna
Giornalista freelance