Preoccupanti i dati del rapporto divulgato nel Regno Unito da SbcNews, commissionato da Demos e dal Dipartimento di Management dell’Università di Bristol sulla promozione degli eSports. Pare che i più colpiti dai messaggi promozionali relativi al gioco d’azzardo siano proprio i minori. Nello stadio, in particolare, si analizzano centinaia di migliaia di tweet relativi alle scommesse sugli eSport nel 2018, rilevando che il 28% dei “retweet” o delle risposte ai tweet proveniva da bambini di età inferiore ai 16 anni. Un esempio? Kyle Giersdorf, player eSports di appena 16 anni, ha vinto 3 milioni di dollari aggiudicandosi il mondiale di Fortnite.
Lo studio rileva tuttavia che il 74 percento dei tweet delle scommesse sugli eSport sembra violare il Regno Unito. Le norme vigenti in materia di pubblicità, proibiscono pubblicità “che presentano scommesse come fonte di reddito” o che “incoraggiano il gioco d’azzardo in periodi difficili” o l’ “esibizione di persone di età inferiore ai 25 anni in un annuncio di gioco d’azzardo”.Come potenziale soluzione, lo studio raccomanda di rafforzare le disposizioni sulla verifica dell’età attraverso le piattaforme dei social media, che rappresentano un invito all’azione più per Twitter che per l’industria del gioco d’azzardo. Di certo è necessario fare in modo che la pubblicità sia formulata in modo migliore, in modo da non risultare attraente per i guardiani minorenni.Jason Smith, ricercatore senior di Demos e coautore del rapporto, auspica che “questo rapporto serva da invito all’azione – sia per le aziende tecnologiche che per facilitare ai clienti del gioco d’azzardo un quadro chiaro di ciò che stanno entrando, sia per i regolatori che devono continuare a garantire che questi nuovi attori siano conformi con regolamento”.
La Redazione