L’Associazione ACOGI, in persona del Presidente Ugo Cifone, rende noto che per affrontare la situazione di difficoltà in cui sono venuti a trovarsi numerosi titolari di centri in precedenza collegati a diversi bookmaker, attualmente rimasti privi della copertura dei costi dei processi penali ancora pendenti in ogni stato e grado, ha costituito, di concerto con lo Studio Legale Ripamonti, un’equipe di professionisti, coordinati dall’avv. Marco Ripamonti che, sulla base di apposita convenzione, si occuperà della gestione e definizione dei procedimenti stessi, sulla base di un know how riguardante il profilo difensivo dei diversi bookmaker che, in costanza dei diversi assetti concessori, hanno operato in Italia tramite CTD. Il progetto è il risultato di una intesa intervenuta tra il Presidente Ugo Cifone e l’avv. Marco Ripamonti determinato dalla volontà di offrire tutela trasversale ai diversi operatori che hanno creduto in una attività di impresa e che ora, perlopiù ad attività cessata, si trovano a dover rispondere dinanzi al giudice penale. L’equipe si compone degli avvocati Rossana Fallacara e Vincenzo Matera del Foro di Bari, già operanti in ambito ACOGI, nonché dell’avv. Marco Ripamonti, del Foro di Viterbo, dell’avv. Paola Mangano del Foro di Viterbo e dell’avv. Valentina Castellucci del Foro di Palermo con una dislocazione territoriale relativa anche ad altri collaboratori idonea a raggiungere più agevolmente tutti i tribunali d’Italia con oneri più contenuti.
“La nostra associazione- conclude Acogi- offre, dunque, ai propri associati la possibilità di un assistenza legale fornita da professionisti qualificati nel settore; tale iniziativa nasce all’indomani di diverse segnalazioni giunte dagli associati e relative alla sottrazione della copertura legale da parte dei vari bookmaker. Acogi non poteva rimanere insensibile ad una problematica così importante”.
Lettera corrispettivi, il Governo ci scommette
Si ha a volte la sensazione che il Governo del Cambiamento voglia un gioco “pro domo sua”: che voglia, quindi, cancellare il “vecchio gioco immorale”