Per Celin non ci sono dubbi: la lotta al doping nei cavalli da corsa è il grande fallimento del Mipaaf (http://cifonenews.comma3.com/le-morti-nellippica-e-lombra-del-doping-celin-mattanza-inaccettabile/)!
Continua a denunciare la problematica il portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa che, in una lettera alla ministra Bellanova scrive: “La tutela e il rispetto del cavallo devono costituire i principi etici fondanti dell’Ippica. Questo perchè, a differenza di tutte le altre discipline sportive, l’ippica prevede l’interazione tra due atleti: il guidatore o fantino e il cavallo. Per cui è necessario che tutti siano chiamati a compiere delle scelte etiche che incidano sulla vita e sul destino del cavallo, ricordando che, il primo comandamento dell’ippica, prevede benessere e tutela dei cavalli, correttezza e senso di responsabilità degli operatori ippici! Mi chiedo allora perchè la gravosa questione doping passi sempre in “secondo” piano per il Mipaaf? L’ultima volta che fu affrontata dalla Commissione ministeriale competente fu nel lontano e datato 2006, esattamente il 4 luglio 2006 e 2 Agosto 2006 (prot. n.7064). In base alla legge 401 del 1989 (art. 1, frode in Competizioni Sportive), il Suo Ministero – ribadisce Celin alla Bellanova – dovrebbe obbligare il proprietario di un cavallo, trovato morto nelle scuderie di un’ippodromo, di un allevamento o di un centro di allenamento, a eseguire l’autopsia sul corpo dell’animale, grazie a un contributo da parte dello Stato, ricavato dalle scommesse; altrimenti, come faranno gli ignari scommettitori onesti, a sapere se avrebbero vinto la corsa a causa dei malavitosi che alterano i risultati, arrivando a corrompere o minacciare i driver o fantini,oppure dopando gli indifesi ed incolpevoli cavalli?”.
D.P.