Il Comitato olimpico russo festeggia il via libera del Tas alla pattinatrice Kamila Valieva, malgrado la positività a un test antidoping. “Domani l’intero Paese sosterrà lei e tutte le nostre meravigliose pattinatrici nella competizione individuale”, ha scritto il Comitato su Telegram, in merito alla “miglior notizia della giornata”. Il Tribunale di arbitrato dello sport (Tas) ha infatti autorizzato la 15enne pattinatrice russa a continuare a gareggiare alle Olimpiadi invernali di Pechino nonostante il test positivo all’antidoping. In una breve conferenza stampa, Matthieu Reeb, direttore geerale del Tas, ha letto il responso del Tribunale basato “su circostanze eccezionali” strutturate su tre ordini di considerazione: “l’età della Valieva, che avendo meno di 16 anni è una ‘persona protetta’ secondo il codice internazionale; il ‘danno irreparabile’, legato alla sospensione, tra integrità e regolarità delle gare; infine, lo stop alla pattinatrice maturato durante i Giochi, senza che all’atleta potesse essere fornita l’opportunità di difesa”. Il collegio costituito ad hoc per il caso, presieduto dall’italiano Fabio Iudica, avvocato e docente di diritto sportivo, si è espresso solo sul provvedimento di sospensione e non incide sull’eventualità di una squalifica futura che potrà essere decisa dalla Wada (l’antidoping mondiale) anche in forma retroattiva, ignorando anche per assenza di competenza specifica, un responso sul concorso a squadre vinto il 7 febbraio dalla Russia grazie alla Valieva, autrice per la prima volta ai Giochi di un salto quadruplo. Quindi, i risultati delle gare potrebbero essere riscritti anche tra molti mesi. Grande delusione espressa invece dal Comitato olimpico Usa. “Questo sembra essere un altro capitolo del sistematico e pervasivo disprezzo per lo sport pulito da parte della Russia”, ha affermato Sarah Hirshland, a capo dell’Usopc.
La Redazione