Tutti d’accordo sul fatto che ci sia bisogno di una riforma del settore giochi, organica e che tenga conto dei provvedimenti normativi che, in questi anni, hanno funzionato e quelli che non hanno esortito buoni esiti. E’ quello che sta emergendo dal dibattito alla Camera sugli emendamenti al decreto fiscale.
“Le uniche azioni efficaci di contrasto al gioco d’azzardo e alla ludopatia sono quelle che sono state attuate con la riduzione dei cosiddetti amusement with prizes (Awp), con l’introduzione dal 1° gennaio 2020 della tessera sanitaria per l’accesso a slot machine e video lotteries in modo da certificare l’età del giocatore e, più in generale, con l’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni che prevede il riordino dei punti di raccolta del gioco pubblico”. Lo ha affermato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, intervenuto ai lavori della sesta commissione Finanze della Camera, rivendicando “l’efficacia del percorso seguito in questi anni, che ha perseguito la riduzione dell’offerta di gioco in vista della tutela della salute. Non si tratta di tutelare il settore, ma piuttosto di capire in che modo controllare e ridurre l’attività del gioco d’azzardo”. Il sottosegretario si è dunque detto contrario a emendamenti come quello proposto dal pentastellato Francesco Silvestri “che avrebbe come unico effetto quello di spostare le sale da gioco nelle periferie cittadine. Certamente sono necessari interventi, ma serve una riflessione attenta, che il Governo sta già portando avanti”.
Anche per il deputato del Movimento 5 Stelle Baroni, intervenuto nella discussione in Commissione Finanze alla Camera sugli emendamenti al decreto fiscale, sarebbe “Necessario procedere ad una riforma organica del settore del gioco d’azzardo, dopo che, ripetuti interventi normativi fatti negli ultimi anni, non hanno sortito l’effetto auspicato di ridurre le dimensioni del fenomeno. Regioni e Comuni hanno introdotto misure a livello locale senza che vi fosse una logica complessiva di sistema”.
La Redazione