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Riaperture, Draghi frena. Baretta: “Riaprire settore del gioco legale”. Pressing del centrodestra

Nella giornata di mobilitazione nazionale del comparto gioco pubblico si parla di riaperture dopo una lunghissima chiusura forzata. A farlo è Pier Paolo Baretta, già sottosegretario al Mef con delega ai giochi: “Nelle riaperture previste dal governo, va ricompreso il settore del gioco legale, sulla base di protocolli sanitari certificati, per contrastare il tentativo della malavita organizzata di controllare un settore così esposto e così problematico anche per la salute pubblica. Ciò è tanto più importante in questi giorni in cui, in tutta Italia, si susseguono le manifestazioni dei lavoratori del gioco pubblico, come quella convocata oggi dai dipendenti del Casinò di Venezia. Va anche completato il riordino, attraverso una razionalizzazione e riduzione dell’offerta territoriale. Il governo e le Regioni riavviino il tavolo della conferenza unificata per arrivare ad una nuova intesa che orienti le scelte a tutti i livelli”.

Intanto continua il pressing del centro destra per accelerare la ripartenza di tutti i settori ancora fermi e cancellare il tutti a casa alle 22, ma il premier Draghi fa slittare la cabina di regia al prossimo lunedì. Una scelta che si lega anche alla necessità di avere dati epidemiologici ‘utili’ per poter fare le giuste valutazioni. Quelli che arriveranno venerdì, infatti, non forniranno ancora una fotografia piena degli effetti delle riaperture decise il 26 aprile ma solo dei primi giorni. Il centrodestra tuttavia insiste presentando al Senato una mozione firmata da tutte le forze politiche, Lega, Forza Italia, Udc e Cambiamo: via il coprifuoco, è la richiesta, anticipare le riaperture previste per giugno e luglio, dunque ristoranti al chiuso, palestre, parchi tematici, fiere, convegni e congressi, consentire l’organizzazione di eventi e cerimonie dando il via libera al settore del wedding, aprire gli stadi al pubblico e i centri commerciali nel fine settimana.

“Chiudere gli italiani in casa alle 22 è immorale – dice Matteo Salvini. – Davanti a questi dati che abbiamo perché continuare a impedire agli italiani di tornare a lavorare con buon senso ed in sicurezza?”. Parole alle quali fonti del partito del ministro della Salute Roberto Speranza replicano sottolineando che è proprio la “linea della prudenza” ad aver garantito un miglioramento della situazione e, dunque, “non va abbandonata”.

La Redazione

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