“Basta proroghe all’italiana, la legge deve entrare pienamente in vigore. Come afferma la nostra Costituzione esiste primariamente il diritto alla salute. Anche il sacrosanto diritto d’impresa, sentenze alla mano, deve sottostare al diritto alla salute che viene prima di ogni cosa”. Irremovibili a Reggio Emilia i consiglieri comunali M5S Gianni Bertucci, Paola Soragni e Fabrizio Aguzzoli. I destinatari sono i dipendenti del comparto gioco intenti a manifestare e chiedere un tavolo di confronto con il presidente della Regione sulla necessità di procedere a una modifica alla legge regionale 5/2013 in quanto “estremamente lesiva dei diritti delle imprese” (http://cifonenews.comma3.com/bologna-gli-operatori-del-gioco-chiedono-incontro-a-bonaccini/)
“Bonaccini non deve dare nessuna proroga alla legge sul distanziometro sui punti slot” hanno dichiarato i cinquestelle aggiungendo: “Presenteremo un ordine del giorno nel prossimo consiglio per fare schierare il Comune. La legge regionale che porta anche la firma del M5S grazie agli emendamenti presentati dai nostri consiglieri che hanno introdotto le distanze di 500 metri dai luoghi sensibili, come ha giustamente ricordato Matteo Iori, è del 2017. Tra l’altro proprio con Iori, il M5S sta costruendo una delibera trasversale maggioranza-opposizione per limitare gli orari di gioco a Reggio. Basta proroghe all’italiana, la legge deve entrare pienamente in vigore. Come afferma la nostra Costituzione esiste primariamente il diritto alla salute. Anche il sacrosanto diritto d’impresa, sentenze alla mano, deve sottostare al diritto alla salute che viene prima di ogni cosa. Grazie al M5S è stata aumentata la tassazione sull’azzardo, e vietate la pubblicità e le sponsorizzazioni con il decreto Dignità. Ma non basta. Noi ne siamo consapevoli. Ricordiamo – concludono Bertucci, Soragni e Aguzzoli – che la Corte di Giustizia Europea nel gennaio 2015 ha stabilito che uno Stato può ‘vietare totalmente o parzialmente’ il gioco d’azzardo o limitarlo con ‘modalità di controllo più rigorose’, perché ciò è ‘giustificato da motivi di interesse generale, quali la tutela dei consumatori nonché la prevenzione delle frodi e dell’incitamento dei cittadini a spese eccessive legate al gioco’”.
La Redazione
