“Cavalli trovati misteriosamente morti all’interno dei box delle scuderie e senza richiesta di effettuare un’autopsia per chiarirne le cause; cavalli che dalla mattina alla sera “spariscono” dalle scuderie dell’Ippodromo, senza lasciare una tracciabilità sul loro destino; cavalli che, all’interno dei box e lontani da occhi indiscreti, a volte sono costretti a subire ogni tipo di maltrattamenti”. La denuncia arriva da Sergio Celin, portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, con una lettera alla ministra Bellanova su quelli che sarebbero recenti fatti accaduti all’interno dell’ippodromo “Breda” di Padova. A fronte di tutto ciò Celin chiede: “un check-up totale a carico dello Stato (esame di urine, sangue, polmoni, zampe, ossa, verificare eventuali traumi da maltrattamenti fisici,ecc.) presso l’Istituto zooprofilattico statale, di tutti i cavalli presenti all’interno delle scuderie dell’Ippodromo in oggetto. In primis – spiega Celin – per salvaguardare la salute ed il benessere fisico dei cavalli ed anche per tutelare tutte le varie maestranze ippiche che, quotidianamente lavorano duramente e si sacrificano per garantire l’assistenza ai cavalli ,spesso anche con notevoli sacrifici personali ed economici e non possono vedere vanificati tutti i loro sforzi per colpa di qualche “detrito” umano! Il Cavallo non decide di doparsi, ecco perchè, dopare un cavallo, ritengo sia l’atto più ripugnante, criminale e vigliacco si possa compiere. Il doping espone l’animale a rischio lesioni gravissime che possono anche causarne la morte dal momento che il cavallo perde la sensibilità al dolore, alla fatica, cancellando i necessari stimoli per l’autodifesa ed autopreservazione che la natura gli ha fornito! Sicuramente questa mia richiesta, sarà accolta favorevolmente da tutti gli operatori ippici dell’Ippodromo “Breda” e dalla stessa societa’ del gestore “Gruppo Paolo Coppiello” (responsabile della presenza e del controllo sui Cavalli stanziali, per i quali percepisce la sovvenzione da parte del Suo Ministero, come centro di allenamento), i quali non hanno nulla da nascondere e desiderano continuare a lavorare con serenità ed onestà, senza essere costretti a “convivere” con certa feccia umana all’interno delle scuderie!”
La Redazione