E’ stato presentato ieri a Roma il primo rapporto di ricerca sul settore del gioco in Italia curato da Luiss Business School e Ipsos. Tra i relatori il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho: “Le indagini evidenziano come le mafie, che oggi sono mafie degli affari, entrano nei settori che appaiono come più produttivi, che generano maggiore ricchezza incorrendo nel minor rischio. Nel gioco, ad esempio, costituendo società specialmente all’estero, come Romania e Malta, dove c’è minor reazione e controllo dell’infiltrazione criminale nell’economia. È emerso il collegamento con piattaforme estere, con passaggio di denaro poi utilizzato per il riciclaggio, con migliaia di punti di raccolta scommesse sequestrati: un miliardo di euro sequestrato per una sola operazione, 20 se contiamo quelli fatti negli ultimi anni”. Alla domanda su come sconfiggere la cultura dell’illegalità de Raho risponde: “Il primo fattore per contrastarla è la diffusa formazione ed educazione, e ciò non vale solo per chi va a scuola. Basterebbe iniziare a dare una regolamentazione di tutti i settori, che sia conforme alla correttezza, alla trasparenza, alla lealtà; parametri ai quali andrebbe conformata la condotta dell’italiano, ancora di più adesso che è un uomo ‘europeo’. Poi bisognerebbe tessere una cooperazione inter-istituzionale, in modo da costituire una vera e propria coalizione, parlare con l’altro e verificare insieme il percorso da seguire. Oggi – chiosa il procuratore – dobbiamo ragionare di fronte all’illegalità, che non è solo una violazione della regola, ma di sistema. Abbiamo organizzazioni criminali fatte di imprenditori che operano con i cartelli con i quali partecipano alle gare d’appalto; anche quella è un’associazione per delinquere se il programma è quello di distribuire fra tutti gli appalti di modo che a rotazione ognuno ne possa avere uno. Per questo ho chiesto ai ministri interessati di costituire una banca dati degli appalti, per individuare o meno se esistono cartelli. Il nostro sistema va ricondotto alla legalità”.
La Redazione