ultime notizie

Attualità, Attualità e Politica, Cultura, Economia, Editoriale, Gaming, Giurisprudenza, In Evidenza

Restyling: Cifone News Blog

Attualità, Attualità e Politica

Richiesta di processo per Luciano Canfora perchè “diffamò” Giorgia Meloni. Il sostegno delle associazioni

Attualità, Attualità e Politica, Gaming

Al Senato il convegno ‘Nuovo allarme ludopatia con l’apertura di nuove sale da gioco’

Attualità, Forze dell'ordine

Bari, inchiesta su truffa per ottenere fondi pubblici di ‘Garanzia Giovani’. Perquisizioni

Attualità

Continuano a tremare i comuni flegrei. Circa 90 terremoti in 24 ore

Attualità, Forze dell'ordine, Gaming

Matera: 150mila euro di sanzioni per gioco d’azzardo illegale

“Il gioco d’azzardo, lo Stato, le mafie”: il libro inchiesta che smonta la teoria sull’efficacia del gioco legale

 Davvero il gioco legale è il nemico “più irriducibile” del gioco illegale? Di questo scrive Rocco Sciarrone, sociologo dell’Università di Torino fra i più autorevoli studiosi del fenomeno mafioso, con i ricercatori Federico Esposito e Lorenzo Picarella, nel libro inchiesta Il gioco d’azzardo, lo Stato, le mafie, da poco pubblicato da Donzelli. La risposta non sembrerebbe così scontata e positiva. Diversi elementi indicano l’esatto contrario. Per come è fatto, proprio il settore del gioco legale mostra delle “vulnerabilità” che offrono “alle organizzazioni mafiose possibilità di guadagni considerevoli a fronte di una ridotta esposizione al rischio”, anche per la difficoltà di operare i controlli. Tanto che “si registra la penetrazione mafiosa in quasi tutti i tipi di gioco pubblico, ad esclusione del Lotto e delle lotterie nazionali”. Quindi videopoker, slot, gioco on line, ma anche falsi “gratta e vinci”. Costruito a partire dai risultati di una vasta ricerca empirica, il libro inchiesta approfondisce “i processi di regolazione del mercato dei giochi d’azzardo, analizzando in particolare il ruolo esercitato dalle mafie. L’indagine è basata su una duplice prospettiva: una orientata a capire come funziona concretamente il settore, ricostruendo le filiere di mercato e gli interessi economici in campo. L’altra focalizzata sulle strategie dei gruppi mafiosi, con riferimento sia al gioco su rete fisica, sia al gioco online, in grande espansione negli ultimi anni”

I mafiosi entrano nel mercato del gioco controllato dai Monopoli di Stato soprattutto con obiettivi di “riciclaggio, acquisizione di società, la distribuzione di prodotti illeciti e il controllo violento del mercato“. Le prime due attività, si legge nel saggio, “sono trasversali e si manifestano, ad esempio, con l’acquisizione e gestione di sale in cui viene offerto gioco d’azzardo. Sulla distribuzione e imposizione, anche violenta, di prodotti leciti e illeciti si rivelano centrali invece gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro, le cosiddette slot machine, e il comparto del gioco online”.

Esemplare uno dei casi giudiziari riportati nel libro. Un gruppo di ‘ndrangheta attivo nel torinese gestiva bische clandestine “vecchio stile”, celate in circoli ricreativi. Nei circoli man mano compaiono anche i videopoker truccati. Poi i videopoker vengono installati anche in altri locali “compiacenti” del territorio controllato dal gruppo tramite “società intestate a prestanome”. Intanto le bische vecchio stile continuano a funzionare, anche perché attirano una clientela diversa da quella delle macchinette. Gli ‘ndranghetisti piemontesi, dunque, hanno visto nel gioco legale semplicemente un’opportunità in più.

I fatti dicono che la situazione è molto meno rosa di quanto sostengano il rapporto Lottomatica-Censis e altre pubblicazioni simili (ossia che “Il gioco è un’attività ordinaria, di puro divertimento, che milioni di italiani svolgono in modo assolutamente spontaneo e naturale; il gioco legale è il nemico più irriducibile del gioco illegale, di solito gestito dalla criminalità organizzata“). Anzi, vira decisamente sul “grigio“, concludono Sciarrone e i colleghi: “In definitiva, il settore dell’azzardo appare come un mercato particolarmente grigio, caratterizzato da rilevanti ambivalenze e asimmetrie normative, ma soprattutto da processi di compenetrazione e ibridazione tra sfera legale e illegale“.

La Redazione

Condividi

Articoli correlati

Video