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Conferenza delle Regioni: le richieste al premier Draghi

Si attende con ansia il prossimo dpcm, il primo dell’era Draghi. Ma le richieste da parte delle Regioni sono incalzanti, dalle regole per il contenimento della pandemia, all’erogazione dei ristori. Per questo si è tenuta una sessione straordinaria della Conferenza delle Regioni e Province Autonome sull’unico punto all’ordine del giorno: “Valutazione dell’attuale sistema di regole per la gestione ed il contenimento della pandemia in vista dell’adozione del prossimo Dpcm”
Proposte consegnate ai ministri Mariastella Gelmini (Affari regionali e autonomie) e Roberto Speranza (Salute), che attendono risposte da parte del nuovo governo Draghi. Tra le richieste innanzitutto quella di velocizzare la campagna vaccinale e “rivedere la tempistica per l’adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze” facendo sì che siano rese note con “congruo anticipo” ai cittadini e alle imprese dei diversi territori regionali.
Nel documento della Conferenza delle Regioni, inoltre, risulta prioritario “procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario”.
Il tutto partendo dal presupposto di “assumere decisioni valide e individuare una strategia che si fondi su elaborazioni oggettive tecnico scientifiche sulla base delle quali la politica si assumerà la responsabilità della decisione” e di attivare in parallelo “gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento”, garantendo “sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale”.
A ribadire il tutto in un post su Facebook, Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni:
“Questo è ciò che come Regioni abbiamo proposto riguardo a vaccini, nuove regole per i cambi di fasce e certezza nell’erogazione dei ristori.
1) Vaccini priorità assoluta. Stiamo andando troppo lenti e il motivo è uno solo: la macchina è pronta, ma mancano le dosi. Al Governo chiediamo, dunque, di cambiare strategia per recuperare più vaccini possibili, valutando da subito di coinvolgere nella fase produttiva anche aziende e realtà italiane. Non c’è tempo da perdere, ne va della tutela della salute di tutti noi, a partire dai soggetti più deboli.
2) Mai più comunicazioni di chiusure all’ultimo minuto, come è accaduto la scorsa settimana con gli impianti da sci. È necessario che tutti i provvedimenti, compresi i cambi di fascia, vengano resi noti con un congruo anticipo ai cittadini e alle categorie economiche. È una questione di rispetto per chi da mesi sta facendo sacrifici senza precedenti.
3) Semplificare i parametri del sistema a zone. Fermo restando che la tutela della salute resta l’obiettivo prioritario, occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali.
4) Una nuova strategia che veda i tecnici produrre elaborazioni oggettive e scientifiche sulle quali la politica si assumerà la responsabilità delle decisioni. Fino a prevedere misure più stringenti per specifici contesti territoriali, ma sempre valutando le restrizioni che si sono rivelate più o meno efficaci, al fine di poter meglio soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare e quali invece possano essere riaperte.
5) Ogni chiusura preveda l’erogazione di ristori adeguati nel medesimo provvedimento. Per questo abbiamo chiesto che nella Cabina di regia entrino anche i ministri dello Sviluppo economico, dell’Economia e degli Affari regionali al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese.
6) Qualificare l’attività scolastica ed universitaria (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio, anche tenendo conto dei dati oggettivi del contagio nelle istituzioni scolastiche e nel contesto territoriale di riferimento. Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale, nonchè prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica”.

La Redazione

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