Duecento firme sui banchi della Commissione Finanze per salvare centinaia di aziende del settore gioco legale. Gli operatori delle slot vogliono una risposta chiara dalla politica così, a gennaio, le imprese di gestione delle AWP hanno sottoscritto e inviato una petizione al premier Conte, oltre che al presidente della Camera e a quello del Senato.
Nel testo si fa riferimento ai “5 aumenti del PREU sugli apparecchi da intrattenimento comma 6/a del 110 T.U.L.P.S. le così dette AWP (Amusement With Prize) o new slot, ben 4 volte in 12 mesi – 19,25% – 20,6,%, 20,95% , 21,6%, con una tassazione effettiva che aveva raggiunto oltre il 71,5%, e ora un nuovo aumento al 23,85% previsto dall’art.1 comma 732 del D.L. Bilancio che ha corretto il D.L. Fiscale, che era già alto al 23 %, raggiungerà una tassazione di oltre il 77%, visto che a PREU va aggiunto anche lo 0,8% per ADM e senza tener conto degli ulteriori costi di connessione. La relativa nuova diminuzione del pay out dal 68% al 65% , non avendo concluso il precedente cambio di percentuale dal 70% al 68% e non essendo stato concesso un periodo transitorio, come già lo scorso anno rendono impossibile la sopravvivenza delle imprese” Gli operatori non comprendono “come sia stato concesso un regime transitorio e proroghe a determinate categorie per le nuove tassazioni, vedasi le cosi dette “sugar tax e plastic tax”, ma si comprende benissimo come il loro slittamento abbia determinato l’ulteriore aggravio e sconsiderato aumento del PREU sulle AWP e una strana diminuzione del medesimo su un altro prodotto di gioco, ben più aggressivo come le VLT, dove il PREU è stato abbassato dal 9% previsto dal D.L. Fiscale all’8,5% del D.L. Bilancio”. Duecento firme per chiedere “che le istituzioni operino per garantire la tutela sociale, le entrate erariali, combattere l’offerta illegale e salvaguardare la salute dei cittadini tutelando la filiera del gioco legale, le imprese e i relativi dipendenti e o collaboratori, evitando ogni ulteriore inasprimento della pressione fiscale con norme capestro a salvaguardia del gestore che opera nel settore con passione e volontà ogni giorno, osservando le leggi che lo Stato italiano ha dato dal 2004 e che ora il medesimo Stato o meglio la compagine governativa attuale costringe a una assai probabile chiusura”.
La Redazione