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Gatti vs M5S: “La vostra azione nasconde grande iposcrisia”.

O bianco o nero, o dentro o fuori. E’ il caso di dirlo ed è quanto chiede con forza Francesco Gatti, delegato dell’associazione Sapar, riferendosi al comparto del gioco d’azzardo. “Occorre avere il coraggio di chiuderlo questo settore se si è al governo da anni e non continuare a dire eresie come fa il Movimento 5 stelle. Abbiamo sete di coerenza. Io faccio parte di questo comparto da 20 anni e mai mi sono sentito così offeso dalla politica come in questa ultima stagione. Aumentare le tasse al settore per fare cassa e dire contestualmente che si è coerenti (http://cifonenews.comma3.com/orgoglio-a-5-stelle-sul-contrasto-allazzardo/) e si sta iniziando l’uscita dal gaming è una violenza che non intendo accettare”. Un’invettiva quella di Gatti contro Manovra e Dl Fiscale in materia di gioco, ma soprattutto contro l’Esecutivo pentastellato.

“Lo Stato, anche e soprattutto grazie a voi – aggiunge il delegato Sapar – risulta oggi ancora più necessitante dell’aiuto del gioco che prima. Questo è lampante poiché grazie a questi continui aumenti di prelievo siete riusciti a realizzare ad esempio le contestate misure relative al reddito di cittadinanza. Il grazie lo dovete al gioco. Quei giocatori che volete tutelare e che segregate in sale di periferia a giocare con macchine oramai al limite della decenza al 65 percento (la percentuale di ritorno più bassa al mondo!) o con Vlt ancora più aggressive di prima, sostengono col loro giocato le vostre iniziative politiche. Parlate di tutela della salute: quale salute pubblica, visto che i dati ufficiali del ministero della Sanità li avete contestati e ignorati? Quale salute pubblica, se tutti i risultati dei vari osservatori (da Friedman in poi) sono molto più cauti nel definire il gioco problematico relegandolo a poche migliaia di unità?Avete costretto i giocatori a fruire del gioco in determinati orari, rischiando così di aumentare quella compulsività che, invece, andava frenata. I giocatori diventano così abitudinari. Come al lavoro: dalle 14 alle 16 e dalle 20 alle 22 e poi si chiude. Avete ignorato tutti i suggerimenti che anche il sottoscritto ha portato personalmente più volte al Senato in cui si invocava una rimodulazione del comparto al ribasso e un contenimento della spesa anche mediante un contingentamento differenziato e modalità di gioco diversificate fra locali e sale slot. Il gioco non può e non deve essere tutto uguale. Le sale hanno una propria natura diversa dal bar. Accade in tutta Europa”. E ancora Gatti: “Certo che in Europa lo Stato ha saputo inserire il gioco nel tessuto industriale. Qui no. Solo qui in Italia, in coincidenza proprio con l’ascesa del M5S abbiamo assistito alla demonizzazione del gioco lecito. Spettatori di una campagna denigratoria indecente per concessionari di Stato e operatori di un comparto lecito e legale. Anzi, per la precisione un attacco indecoroso di una sola parte del gioco lecito poiché altre categorie non sono state toccate nonostante macinino utili e raccolta paritari. Oggi si rallegrano di avere ridotto il gioco. Ridurre le macchine mantenendo gli stessi introiti – sia ben chiaro – per lo Stato. Questo significa solo fare giocare molto di più le singole macchine in ancor meno tempo: avere più compulsività. Questo è il risultato. Allora, cari Endrizzi, Baroni e colleghi: non rallegratevi di avere ancora impoverito il giocatore e affamato il gestore di macchinette (come le chiamate inopinatamente voi) ma chiedetevi se la vostra azione è sensata o nasconde malamente grande iposcrisia. Ecco che, piuttosto di sentirmi ancora preso in giro, chiedo coerenza: o lo si chiude o lo si accoglie. Non sarà un settore perfetto (se mai ne esiste uno perfetto) – conclude gatti – ma è un settore fatto di persone non di numeretti. Persone che hanno dignità e vanno governate da gente capace e in grado di comprendere le dinamiche sociali e storiche che hanno portato oggi il settore a quello che è. Ringrazio pubblicamente il presidente Distante per l’enorme impegno che sta mettendo in questa battaglia di dignità, e auspico una classe politica illuminata che oggi, o domani, possa comprendere il patrimonio umano e tecnologico che rappresentiamo per il Paese”, conclude il delegato di Sapar.

La Redazione

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