Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello di due società titolari di sale pubbliche da gioco contro un provvedimento emesso nel 2014 dal Comune di Milano per consentire l’attività di raccolta delle giocate tramite apparecchi esclusivamente dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e dalle ore 18:00 alle ore 23:00 di tutti i giorni, compresi i festivi. Per i giudici non vi è dubbio che “Nel caso in esame, l’adeguatezza dell’istruttoria condotta dal Comune di Milano nell’emanazione del provvedimento impugnato emerge dalla motivazione dello stesso laddove si fa espresso riferimento ai dati dei SerT, ripresi nella relazione della Regione Lombardia, Direzione generale Famiglia, solidarietà sociale e volontariato su ‘Il gioco d’azzardo patologico. Analisi delle attività svolte dai Sert nel corso del 2013’, da cui si risulta un notevole incremento del numero di pazienti trattati per ludopatia tra gli anni 2010 e 2013, nella specifica area di Milano.”
A fronte di tutto ciò nella sentenza del CdS si legge che: “i) la diffusione del fenomeno ludopatico, lungi dall’essere stata considerata un mero fatto notorio, risulta adeguatamente provata con specifico riferimento all’area di Milano sulla base dei dati richiamati nel provvedimento; ii) il Tar, laddove ha censurato la genericità delle doglianze della ricorrente relative al difetto d’istruttoria, non ha inteso introdurre alcuna inversione dell’onere probatorio, essendosi semplicemente limitato a rilevare che la società non era stata in grado di confutare, come avrebbe dovuto, i dati emersi nel processo che attestavano un rapido aumento della diffusione del fenomeno ludopatico nel contesto territoriale di riferimento”.
La Redazione