ultime notizie

Attualità, Editoriale, Giurisprudenza

Jennifer Shahade fa causa all’Us Chess per discriminazione e diffamazione

Attualità, Economia, Forze dell'ordine, Gaming, Giurisprudenza, In Evidenza

Taranto, gioco illegale: scoperta evasione di 3 milioni di euro

Attualità, Gaming, Politica

Gambling commission Uk lancia il più grande sondaggio della storia sul gioco

Attualità, Cultura, Economia, In Evidenza, Politica, Sports

Olimpiadi al via: il ‘grande evento’ spinge le scommesse

Attualità, Editoriale, Forze dell'ordine, Gaming, Giurisprudenza, In Evidenza

Merano, minori in centro scommesse: sanzioni per il titolare e probabile sospensione licenza

Attualità, Gaming, Giurisprudenza, In Evidenza, Politica

Tar Veneto: ‘Il distanziometro non vale per le sale scommesse’

Il CdS respinge appello di due sale gioco contro provvedimento del Comune di Milano su orari


Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello di due società titolari di sale pubbliche da gioco contro un provvedimento emesso nel 2014 dal Comune di Milano per consentire l’attività di raccolta delle giocate tramite apparecchi esclusivamente dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e dalle ore 18:00 alle ore 23:00 di tutti i giorni, compresi i festivi. Per i giudici non vi è dubbio che “Nel caso in esame, l’adeguatezza dell’istruttoria condotta dal Comune di Milano nell’emanazione del provvedimento impugnato emerge dalla motivazione dello stesso laddove si fa espresso riferimento ai dati dei SerT, ripresi nella relazione della Regione Lombardia, Direzione generale Famiglia, solidarietà sociale e volontariato su ‘Il gioco d’azzardo patologico. Analisi delle attività svolte dai Sert nel corso del 2013’, da cui si risulta un notevole incremento del numero di pazienti trattati per ludopatia tra gli anni 2010 e 2013, nella specifica area di Milano.”

A fronte di tutto ciò nella sentenza del CdS si legge che: “i) la diffusione del fenomeno ludopatico, lungi dall’essere stata considerata un mero fatto notorio, risulta adeguatamente provata con specifico riferimento all’area di Milano sulla base dei dati richiamati nel provvedimento; ii) il Tar, laddove ha censurato la genericità delle doglianze della ricorrente relative al difetto d’istruttoria, non ha inteso introdurre alcuna inversione dell’onere probatorio, essendosi semplicemente limitato a rilevare che la società non era stata in grado di confutare, come avrebbe dovuto, i dati emersi nel processo che attestavano un rapido aumento della diffusione del fenomeno ludopatico nel contesto territoriale di riferimento”.

La Redazione

Condividi

Articoli correlati

Video