Troppi morti, troppi errori. E’ per questo che la Guardia di Finanza di Milano entra nuovamente in quello che è stato il tempio di Tangentopoli e che in questi mesi si è trasformato in una trappola mortale per anziani e sanitari. La Gdf entra nel Pio Albergo Trivulzio e inizia a perquisire tutto quello che possa essere utile nell’inchiesta aperta dalla Procura. Ma il Pat non è l’unica struttura nell’occhio del ciclone. Oggi la squadra di polizia giudiziaria, guidata da Maurizio Ghezzi, del dipartimento coordinato dall’aggiunto Tiziana Siciliano è entrata anche negli uffici della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e in una residenza a Settimo Milanese. Ricordiamo come sul polo geriatrico più importante d’Italia, oltre milletrecento anziani ricoverati, pesi l’accusa di aver “occultato, per tutto il mese di marzo, la diffusione del Covid-19 nei suoi reparti, intanto che il morbo contagiava numerosi pazienti e operatori sanitari. Il professor Luigi Bergamaschini, geriatra fra i più qualificati di Milano, ha subìto il 3 marzo un provvedimento di esonero perché colpevole di autorizzare l’uso delle mascherine”(http://cifonenews.comma3.com/scandalo-pio-albergo-trivulzio-occultati-casi-covid-bellanova-nelle-rsa-lombarde-cera-la-memoria-di-questo-paese/). E’ quanto denunciato dal giornalista Gad Lerner nell’inchiesta che ha shoccato l’intera Italia: “al Pio Albergo Trivulzio il direttore generale Giuseppe Calicchio nominato da lega nord e amico di Salvini e Fontana nascondeva i morti da covid-19”. Ed è proprio il direttore dell’istituto ad essere indagato per le ipotesi di reato di epidemia colposa e omicidio colposo (https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_aprile_11/direttore-pio-albergo-trivulzioe-indagato-omicidio-colposo-b1b37710-7b65-11ea-afc6-fad772b88c99.shtml). Una delle tante finestre su uno scenario di morte e scelleratezze che vede coinvolte le Rsa milanesi. Uno dei tanti fascicoli, quasi una quindicina in tutto, che la Procura milanese ha aperto sulla gestione delle Rsa milanesi e nati da denunce di lavoratori e familiari di anziani morti. In tutte queste indagini gli inquirenti stanno iscrivendo nel registro degli indagati i nomi dei vertici, come atti dovuti a seguito delle denunce a loro carico e per poter poi effettuare attività nei prossimi giorni. Nell’inchiesta sul Pat, come nelle altre sulle case di riposo, si dovranno verificare soprattutto eventuali carenze nei protocolli interni e dei dispositivi di sicurezza, come le mascherine (alcuni dipendenti hanno raccontato che veniva impedito loro di usarle nei primi giorni dell’epidemia) e la gestione di pazienti trasferiti dagli ospedali nelle residenze. Intanto Calicchio, già sentito in videoconferenza dagli ispettori del Ministero, si è difeso spiegando di aver seguito regole e protocolli, anche regionali e ministeriali. E col suo legale, Vinicio Nardo, si è detto pronto a fornire «ogni chiarimento» ai pm del pool guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano.
La Redazione