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Manovra, bagarre in Aula. Fico sospende la seduta e convoca conferenza dei capigruppo


La manovra si avvia verso l’approvazione definitiva alla Camera, dopo una notte di bagarre in commissione Bilancio dove con i voti della maggioranza M5S-Lega è stato approvato intorno alle 2 di notte il mandato al relatore. Pd e Forza Italia hanno votato contro.
Ma ci sono state proteste anche in Aula: poco prima che iniziasse l’esame del testo, il presidente Roberto Fico ha dovuto sospendere la seduta per 10 minuti per la bagarre sollevata dalle opposizioni. Emanuele Fiano (Pd), Enrico Borghi (Pd) e Carlo Fatuzzo (Fdi) sono stati visti muoversi in modo minaccioso verso i banchi della presidenza, sbattendo sui banchi del governo un fascicolo di emendamenti tra urla e insulti. Così Fico, tra le urla, ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. L’opposizione ha protestato perché il testo è stato inviato in Aula “senza discutere né votare” i circa 350 emendamenti che erano stati presentati alla legge di bilancio.
“Una manovra che, come certificato dall’ufficio parlamentare di bilancio, alza la pressione fiscale e diminuisce gli investimenti – ha dichiarato
Luigi Marattin, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera – E che per giunta nasce sei giorni fa e viene approvata senza che i due rami del Parlamento abbiano potuto esaminarla. Direi un capolavoro, sia nel merito che nel metodo”.   Per questo motivo oggi il Pd presenterà in conferenza stampa alla Camera il ricorso alla Consulta sulla legge di Bilancio.  

Ad accendere i toni alla Camera le parole del ministro Tria definendosi “massacrato” dalle accuse e attribuendo al precedente governo la responsabilità della situazione difficile sul fronte della finanza pubblica, delle clausole Iva e dei rapporti con Bruxelles ereditata dall’attuale esecutivo. In Commissione si sono susseguiti urla e insulti.  Il Pd, con Enrico Borghi, inizia a protestare, difendendo il ruolo del Parlamento.  Chiedono di intervenire anche i Dem Luigi Marattin e Maria Elena Boschi. La calma torna solo quando Donno si scusa con i colleghi. Pare infatti abbia detto, riferendosi a Marattin: “Stai zitto, deficiente”.   Poi prende la parola il presidente dei deputati Pd Graziano Delrio che al ministro obietta: “Dovrebbe rispondere alle domande e invece sta facendo un comizio”. Tria a quel punto riprende la parole: “Non faccio comizi, perché non li so fare. Mi sono scaldato quando parlavo di macroeconomia perché mi appassiona. Ma se qualcuno si è sentito offeso dalle mie parole mi scuso”.

La Redazione

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