Un altro duro colpo è stato inferto alla ‘ndrangheta con la confisca di un impero da 124 milioni di euro che, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, era riconducibile alla cosca Piromalli di Gioia Tauro. A tre anni dal sequestro, infatti, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale, presieduta dal giudice Ornella Pastore, ha disposto la confisca dei beni di proprietà degli imprenditori Bagalà. Sono di proprietà dello Stato, adesso, 4 società di capitali, un’impresa individuale, le quote societarie relative a 6 società di capitali, 67 fabbricati, 91 terreni, 7 autoveicoli, 20 rapporti bancari e assicurativi, 4 orologi di pregio e denaro contante.
La confisca è avvenuta su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gaetano Paci e del sostituto della Dda Gianluca Gelso. Il nome degli imprenditori Bagalà compariva nelle inchieste antimafia “Ceralacca”, “Cumbertazione”, “Martingala” e “Waterfront” condotte dal Gico di Reggio Calabria e dallo Scico di Roma con il coordinamento della Dda. Si tratta di indagini che hanno riguardato la famiglia mafiosa dei Piromalli e l’infiltrazione della ‘ndrangheta in numerosi appalti pubblici e che hanno portato all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di natura personale, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, associazione per delinquere, finalizzata alla turbata libertà degli incanti, alla frode nelle pubbliche forniture, alla corruzione e al falso ideologico in atti pubblici, tutti aggravati dal metodo mafioso; provvedimenti cautelari reali, ex art. 321 c.p.p., su un patrimonio costituito dai compendi aziendali di imprese/società, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per svariati milioni di euro (https://www.lacnews24.it/cronaca/-ndrangheta-nel-reggino-confiscati-beni-per-124-milioni-alla-cosca-piromalli_130982/).
Quel provvedimento, oggi, è stato confermato dalla confisca disposta dal Tribunale reggino, davanti al quale la Dda ha dimostrato la “significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del nucleo familiare” dei Bagalà. Secondo gli investigatori, infatti, gli imprenditori sono “indiziati di intraneità alla cosca Piromalli di Gioia Tauro” (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/27/ndrangheta-confiscati-beni-per-124-milioni-di-euro-sono-riconducibili-alla-cosca-piromalli/6079717/#:~:text=Un%20impero%20da%20124%20milioni,cosca%20Piromalli%20di%20Gioia%20Tauro.&text=La%20confisca%20%C3%A8%20avvenuta%20su,sostituto%20della%20Dda%2). Nei loro confronti è stata disposta anche la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 3 anni.
La Redazione