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Puglia, i consiglieri M5S, Galante e Di Bari, sulla legge regionale sul gioco “un modello da non esportare!”

Lascia ancora molto discutere la legge regionale pugliese sul gioco. A tornare sull’argomento i consiglieri del M5S della Puglia, Marco Galante e Grazia Di Bari definendo quello pugliese “un modello da non esportare”. I cinquestelle hanno aggiunto: “Sentir dire dal consigliere Santorsola che la legge pugliese per il contrasto all’azzardopatia da lui presentata è ben fatta è un paradosso. Probabilmente lo è per le lobbies del gioco, non certo per i cittadini. Ancora di più se per affermarlo si cita l’Eurispes, definendolo imparziale, quando non è proprio così visti i rapporti con i concessionari risalenti già a 10 anni fa. Le ricerche dovrebbero essere condotte da enti terzi e imparziali, e in questo caso non è così, è evidente il possibile conflitto d’interessi. Perché invece non si cita il rapporto della Fondazione Antiusura e non si guarda a regioni virtuose dove le leggi restrittive hanno davvero ridotto il fenomeno?”. E ancora Galante e Di Bari: “Tra il dicembre 2017 e il fine anno 2018, in Piemonte, grazie a una legge regionale che ha mantenuto anche il cosiddetto ‘distanziometro’, il consumo di scommesse, lotterie e slot machine è diminuito del 10 percento, mentre nel resto d’Italia, l’espansione del gioco d’azzardo è aumentata di 5,3 punti percentuali. Invece, la Puglia fa marcia indietro su tutta la linea cancellando, quanto di buono c’era nella legge del 2013. Se la legge è davvero così buona come mai non abbiamo sentito una sola parola da Emiliano dopo la sua approvazione? Evidentemente se ne vergogna anche lui tanto da aver preferito nascondersi piuttosto che essere in aula mentre si votava. Il Piano regionale sul gioco d’azzardo del 2017 recitava testuale: ‘L’eccessiva proliferazione degli esercizi commerciali che gestiscono giochi leciti e la martellante spesso ingannevole offerta pubblicitaria favoriscono il consumo, per cui va difeso con convinzione il principio di collocare detti esercizi a distanza di sicurezza dai luoghi di aggregazione giovanile e dalle scuole, come già normato dalla L. R. 43/2013’. Cosa si è fatto in Puglia? Si è ridotta a 250 metri la distanza dai luoghi sensibili. Niente neanche sul fronte no slot day o osservatorio per cui sono stati stanziate numerose risorse”. 

La Redazione

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