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Ricostruire la Romagna alluvionata con l’azzardo? Consulta: “Non è degno di un Paese civile”

La scelta del Governo Meloni di finanziare la ricostruzione della Romagna alluvionata con l’azzardo lascia discutere. All’articolo 21, comma 4 del decreto-legge 1 giugno 2023, n. 61. si legge che “l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, con propri decreti dirigenziali adottati entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, istituisce estrazioni settimanali aggiuntive di Lotto, Superenalotto, 10eLotto, Simbolotto e SuperStar”. Attualmente le estrazioni settimanali sono tre, col decreto si passa a quattro. Il Governo sceglie di non far pagare più tasse su questa attività, usando le corposissime tasse che già incassa (circa 10-11 miliardi all’anno), ma la potenzia, facendo giocare di più gli italiani. Così per incassare e distribuire ai territori alluvionati 45 milioni di euro, si farà “giocare” almeno cinque volte tanto. “L’obiettivo della norma in esame – si legge ancora nel documento – , che non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, è conseguire una maggiore raccolta di gioco e, quindi, maggiori entrate erariali”. E’ previsto che “più di 200 milioni usciranno dalle tasche degli italiani ma solo, come detto, 45 finiranno agli alluvionati, la parte di tasse su questi due giochi, il resto finirà solo per far ulteriormente ingrassare “azzardopoli” come scrive Mira sull‘Avvenire.

Una scelta spregiudicata che preoccupa più fronti. Il presidente della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, Luciano Gualzetti denuncia:  “Il Governo continua a considerare l’azzardo un comparto economico fondamentale dell’economia del Paese, a tal punto che ricorre a queste fonti per reperire ulteriori risorse da destinare alle popolazioni colpite dalle inondazioni”. E ancora: “Le risorse di solidarietà per le famiglie italiane, che hanno pagato con la casa, gli affetti, la dignità, la vita, non possono essere frutto di un circuito che produce indebitamento, usura, criminalità, patologie psico-fisiche, licenziamenti, fallimenti. E che anzi induce gli impoveriti a cercare nell’azzardo la soluzione ai propri problemi economici. Invece – spiega Gualzetti – in questi anni i Governi che si sono succeduti non hanno mai messo mano a una riforma sostanziale del settore che metta al primo posto la salute dei cittadini di natura costituzionale, rispetto a far cassa o agli interessi dei privati, riducendo l’offerta e il consumo dell’azzardo. È accertato che le entrate fiscali negli anni sono diminuite rispetto alla spesa e ai profitti delle aziende, che sono in aumento. Dunque – chiosa il presidente della Consulta – la solidarietà agli alluvionati con le risorse dell’azzardo rischia di alimentare un ciclo vizioso che sposterà solo la povertà da una parte all’altra dell’economia e del Paese, senza mai porre il punto fine. E tutto questo, non solo ha poco di solidale, ma non è degno di un Paese civile e democratico”.

La Redazione

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