“Il lavoro non è un gioco” continua a ripetere Gianmarco Senna, consigliere leghista della Regione Lombardia, facendo suo lo slogan dei lavoratori del comparto giochi. Accanto a loro Senna era sceso in piazza il 18 febbraio scorso per protestare contro la chiusura ormai ad oltranza dell’intero settore. Sul suo profilo Facebook il consigliere e presidente della Commissione attività produttive ieri ha scritto (https://www.facebook.com/sennagianmarco/photos/a.334934253367951/1539033926291305/): ” Dal lockdown sono ormai 240 giorni di chiusura dei punti-giochi, pari a 4,5 miliardi di entrate statali. A seguito della chiusura delle sale gioco, il giocato è sceso da 74,1 miliardi a 39 miliardi. Dei 35 miliardi mancanti, una parte è passata dal gioco legale fisico a quello telematico, una gran parte è finita nei circuiti del gioco illegale”.
Durante la manifestazione di febbraio in piazza a Milano al fianco dei lavoratori del comparto giochi Senna aveva più volte chiosato: “È assurdo che ci sia una discriminazione della categoria, se ci sono le condizioni per lavorare in altri settori in totale sicurezza è giusto che le stesse condizioni valgano anche per loro. È una categoria che lavora alla luce del sole, nel pieno rispetto della legge, che paga le tasse e che quindi ha tutti i diritti, come i doveri, di tutte le altre categorie di lavoratori. Ora chiediamo di cambiare registro. È chiaro che il discorso dei colori non funziona più, non può funzionare. Ci sono dei protocolli che erano stati dati dal Cts, chi sta dentro a queste regole è giusto che riprenda a lavorare, che sia un parrucchiere, un ristoratore o un operatore del gioco legale. Non è che poi la domanda di gioco non ci sia stata. Semplicemente si è fatto un favore al gioco illegale o alle multinazionali”.
A distanza di quasi un mese, con un cambio di Governo e la Lega in maggioranza, i colori rimangono, i contagi Covid aumentano e il gioco legale, così come palestre e piscine, continuano a rimanere fermi al palo.
La Redazione