Pesanti le accuse del presidente Sapar, Domenico Distante
alla Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari: “E’ ancora una volta evidente che i dati diffusi nel corso della presentazione del rendiconto annuale su usura e azzardo sono stati manipolati ad arte col semplice scopo di generare enfasi e sensazionalismo di circostanza, gettando ombre e discredito sul settore del gioco legale che si vuole confondere con usura e azzardo”.
“La Fondazione – rileva Distante – non è nuova nell’utilizzare bizzarre estrapolazioni matematiche pur di puntare i riflettori su un fenomeno che meriterebbe maggiori approfondimenti. Cominciamo col dire che i dati riportati dalla Fondazione sul gioco di Stato nei comuni pugliesi riferiti al 2017 non sono rispondenti alla realtà poiché la Fondazione, violando qualsiasi principio di correttezza, utilizza dati parziali, omettendo cifre e percentuali che sono pubbliche, alla portata di tutti, messe a disposizione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sul proprio sito”.
“Si ‘scopre’, secondo quanto riporta la Fondazione nel suo rapporto – prosegue il presidente Sapar – che il Comune di Casamassima sarebbe in Puglia la capitale del gioco con quasi 4mila euro di spesa pro capite. Nulla di più falso poiché ai fini del calcolo è stato riportato in modo erroneo e distorto, quale cifra di comparazione, il dato sulla spesa, al quale per ovvie ragioni di circostanza non è stato volutamente detratto il monte delle vincite, vale a dire somme che devono essere restituite al giocatore così come stabilito dal legislatore. Seguendo questo principio elementare – sottolinea – si ottiene una spesa annua pari a 13.679.808 euro che ripartita per abitante ammonta a poco più di 690 euro pro-capite rispetto ai 4mila sbandierati dalla Fondazione”.
Per quanto invece riguarda Sammichele di Bari, “dove – conclude Distante – le giocate pro-capite, secondo la Fondazione, sarebbero a quota 2600 euro per il 2018 in un centro abitato di 6mila500 abitanti, qui applicando il sistema di calcolo più corretto, la spesa pro-capite crolla clamorosamente a 383,69 euro annui”.
La Redazione