Si schiera dalla parte della Ruocco, Francesco Gatti, ingegnere della Bakoo spa, nella querelle con i cinquestelle Silvestri ed Endrizzi (http://cifonenews.comma3.com/distante-sapar-dalla-parte-della-ruocco-sul-gioco-contro-i-cinquestelle-endrizzi-e-silvestri-alle-regole-della-democrazia-preferiscono-la-democrazia-liquida-degli-iscritti-in-rete-molto-lontana/) sulla regolamentazione del gioco in Italia.
“Il gioco va governato, non bandito – ha dichiarato Gatti – E benedette sono le parole della Ruocco che squarcia un muro di ideologia cieca e bigotta che non accetta, con metodi quasi medievali, l’evoluzione dei costumi e della realtà. Siamo parte del meccanismo, non siamo fuori: siamo parte, non controparte. Finalmente qualcuno che comprende che è possibile governare un fenomeno senza demonizzarlo per forza. Finalmente la Ruocco ha avuto il coraggio di esprimere il proprio pensiero, la propria opinione. Il problema è che mancano completamente sia una adeguata preparazione di base, sia la capacità di comprendere che il gioco è un fenomeno umano che può essere conciliato con un uso consapevole e non è quindi esclusivamente un problema sociale. Altri paesi, basti guardare Spagna e Germania, ma anche Francia, con soluzioni differenti, o i paesi del Nord Europa, hanno da tempo inserito il gioco fra le possibili opzioni di spesa del cittadino senza ridurre il fenomeno a problema sociale irrisolvibile per la politica. Ma questo è anche, e soprattutto, il limite di questa politica. Si evidenziano problematiche che banalmente possono essere governate senza mai risolvere il problema, anzi, mantenendolo ben vivo per potersi assicurare un ritorno di immagine personale o elettorale, al tempo debito”.
E ancora ha aggiunto Gatti: “Il sen. Endrizzi probabilmente è guidato da un preconcetto personale. Il gioco non è solo problematico. Il gioco è un’opportunità di svago. Certo esiste la perdita, così come esiste la vincita: fa parte del gioco in sé. Occorre fare in modo che le persone più fragili non vadano incontro a problematiche gravi, ma questo, col quale tutti noi siamo fermamente d’accordo, non può passare per la strada del proibizionismo mediante la quale si impedisce invece a chiunque, indiscriminatamente, di potere giocare con un prodotto legale. Siamo i primi a chiedere maggiori tutele ma mi pare, da costruttore, che le attuali possibilità delle awp di contrasto al gioco patologico non siano mai state utilizzate. E forse, (ma bisognerebbe chiedere forse proprio agli interessati) non sono nemmeno ben conosciute da chi dovrebbe governarle. Forse bisognerebbe partire da lì. Consiglio vivamente al sottosegretario Villarosa di chiedere ai concessionari, Monopoli e Sogei di iniziare ad utilizzare i metodi previsti dalla normativa per il contrasto al gioco patologico che già esistono sulle awp: esiste già la possibilità di bloccare le macchine a tempo, di mostrare messaggi per il gioco patologico a scorrimento o in maniera bloccante. Perché non vengono utilizzati? È quantomeno strano che non si usi quello che c’è già e che sarebbe già sufficiente, se utilizzato, a governare meglio il fenomeno del gioco patologico”.
La Redazione