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Gioco, riaperture a luglio. Marcotti (Federbingo): “scelta politica, non sanitaria”

“L’amarezza è tanta, sia come imprenditori che come lavoratori, perché siamo chiusi da ottobre e probabilmente il Governo non si rende conto di cosa voglia dire non lavorare per così tanti mesi”, così Italo Marcotti, presidente di Federbingo sulla scelta del governo Draghi di riaprire sale scommesse e Bingo il primo luglio. “Dal punto di vista sanitario non riusciamo a comprendere le motivazioni di questa scelta: se una palestra al chiuso, dove la gente suda, ed è un luogo privilegiato anche per le infezioni più semplici, può essere idoneo alla riapertura, perché le nostre attività, che hanno protocolli ben più rigidi, devono aprire solo a luglio? È chiaro che si tratta di una scelta politica, non sanitaria, ed è una scelta non corretta dal punto di vista del contrasto al gioco illegale, e con i campionati europei alle porte lasciare volumi di centinaia di milioni di euro al mondo delle mafie è un autogol, perché poi sappiamo in cosa si tramutano questi soldi. È difficile farsene una ragione – prosegue Marcotti – ma cercheremo, come sempre, di proseguire sulla strada del confronto e del dialogo, di far comprendere che il nostro è un comparto sicuro, che dà migliaia di posti di lavoro, miliardi di gettito e contrasta le mafie. Oggi dobbiamo poter riaprire le nostre attività, dobbiamo e vogliamo tornare ad operare. I nostri dipendenti devono avere la dignità di tutti gli altri dipendenti, perché sono cittadini, ed hanno il diritto di poter lavorare. Inoltre, penso che anche lo Stato abbia bisogno del nostro settore, visto che gran parte dei volumi terrestri si sono spostati sui siti punto.com, su server che hanno sede in paradisi fiscali e sono illegali. Il meccanismo è noto: se esiste una domanda ci vuole un’offerta, se quella legale non è disponibile se ne avvantaggia quella illecita, sono le regole del mercato”. Fatte le debite considerazioni sulla situazione attuale, Marcotti però non perde le speranze per l’immediato futuro. “Stiamo lavorando per cercare di aprire prima del 15 giugno, visto che i nostri protocolli sono molto più severi di tanti altri. Le sale bingo sono state le prime ad essere chiuse e le ultime a riaprire, poiché si sosteneva che fossero frequentate da anziani. Bene, ora gli anziani son tutti vaccinati, quindi non si riesce a capire la motivazione della chiusura. Secondo quel principio dovrebbero essere altre attività a subire un ritardo di apertura. Probabilmente, anche se all’interno del settore del gioco ci sono realtà industriali che sono dotate di protocolli sanitari all’avanguardia per la sicurezza dei clienti e dei dipendenti, acquisiti e sottoscritti dalle parti sociali, questo è punto sul quale non abbiamo saputo sfondare”.

La Redazione

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