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Ice 2019, Zapponini (Sgi) “Un divieto totale non è la strada giusta da seguire per affrontare la dipendenza dal gioco!”

All’Ice 2019 di Londra si parla del divieto pubblicità sul gioco tutto italiano. E c’è chi proprio non condivide il provvedimento del nuovo Governo. E’ il caso di Stefano Zapponini, presidente Sistema Gioco Italia che, nel suo intervento al convegno ‘Cosa accadrà per la pubblicità in tutto il mondo?’ ha dichiarato: “Mentre l’obiettivo esplicito del Governo era combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo, sono convinto che un divieto totale non sia la misura giusta per affrontare questo problema e, al contrario, rischia di peggiorare le cose. Infatti, impedendo una chiara distinzione tra offerta legale e offerta illegale, i giocatori potrebbero essere indirizzati all’offerta illegale, dove non ci sono né limiti né controlli e dove il rischio di diventare dipendenti è più alto. Ciò è particolarmente vero su Internet, ma accade anche attraverso la tv satellitare in alcuni Stati membri in cui i cittadini sono presi di mira da spot televisivi di operatori di giochi d’azzardo non autorizzati in tale Paese” E ancora: “Siamo tutti preoccupati della possibilità che altri Stati in Europa possano seguire l’esempio italiano implementando un divieto totale di pubblicità e sponsorizzazione di giochi d’azzardo. Tuttavia, mentre spero sicuramente che ciò non accada, devo anche dire che le conseguenze negative che il divieto italiano potrebbe avere a livello economico e sociale, possono servire da esempio agli altri Stati: un divieto totale non è la strada giusta da seguire per affrontare la dipendenza dal gioco!”.

La conferma arriva da diversi studi del settore come ha spiegato Zapponini: “Recenti studi nazionali (National Health Institute, Nomisma) hanno attestato basse percentuali di giocatori o minori che giocano dopo aver visto / ascoltato / letto una pubblicità di gioco d’azzardo.Infine, vorrei anche chiarire come questo divieto avrà sicuramente un impatto negativo sul settore sportivo italiano. Molti team hanno costruito relazioni di successo con l’industria del gioco d’azzardo e ora si troveranno in una posizione svantaggiata rispetto ai loro concorrenti stranieri. Mi chiedo cosa succederebbe se una squadra sponsorizzata venisse a giocare in Italia: dovremmo togliere la maglietta? O vietiamo le riprese o le foto sui giornali? Penso che questo decreto debba essere modificato, sicuramente spero che non sia preso come esempio! Un altro esempio da non sottovalutare è il carico fiscale: negli ultimi sei mesi sono stati effettuati tre aumenti tariffari, in Italia. Concludendo, le gravi misure sulla pubblicità, l’aumento della pressione fiscale, le delibere regionali non armonizzate stanno ostacolando l’offerta di giochi legali a una domanda crescente: siamo fermamente convinti che sia necessaria una riforma del settore”, conclude il presidente di Sistema Gioco Italia.

D. Pellegrino

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