Non ci sta Domenico Distante (Sapar) con il segretario del Psi, Riccardo Nencini, che qualche giorno fa aveva dichiarato: “Sulla ludopatia non bisogna abbassare la guardia. I socialisti si battono da anni per introdurre norme che limitino e in alcuni casi vietino il gioco d’azzardo. Chiederò sin da subito ai presidenti di Camera e Senato di istituire immediatamente un ‘Osservatorio parlamentare contro la ludopatia’ per affrontare un dramma che vivono migliaia di italiani. La prima azione da fare è quella di prevedere l’obbligo per i Comuni di stabilire una distanza minima ‘di sicurezza’ del gioco d’azzardo da centri sociali come scuole o centri anziani e di aumentare la tassazione per i gestori. Non c’è un momento da perdere”.
Caustico il presidente Sapar che ha commentato: “Vorremmo conoscere da Riccardo Nencini, autorevole esponente del Psi, da quando il suo partito si occupa di contrasto alle ludopatie. Vorremmo anche conoscere concretamente quali a suo giudizio possano essere le azioni e i provvedimenti da mettere in campo per limitare il “vizio del gioco”. Ciò che osserviamo sulla scorta delle ultime dichiarazioni volte ad attirare l’attenzione dei media è che il senatore Nencini evidentemente ha le idee confuse, non conosce la differenza tra gioco di Stato e gioco d’azzardo. Nencini sembra sia tornato da un lunghissimo viaggio all’estero oppure che abbia indossato i panni della bella addormentata nel bosco quando propone di stabilire delle distanze minime di sicurezza del gioco d’azzardo dai centri sociali. Fino a questo punto si potrebbe dire che è perfettamente allineato ad altri suo colleghi al governo i quali non intendono recepire studi scientifici e statistiche al riguardo.
Ciò che è più grave è che Nencini oltre a proporre l’istituzione dell’ennesimo e inutile osservatorio, si è perso gli ultimi sviluppi del decreto Dignità e della legge di bilancio che hanno letteralmente massacrato un settore composto da 150mila lavoratori e da migliaia di piccole e medie imprese che insieme ai gestori sono la categoria sulla quale il reiterato aumento della tassazione si è trasformato in una sorta di accanimento terapeutico che rischia di generare il fallimento delle imprese e creare ulteriore disoccupazione”.
La Redazione