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Riaperture a luglio, Zapponini a GiocoNews: “Delusione profonda”

La riapertura a luglio dei centri scommesse e sale bingo lascia ancora discutere. A GiocoNews è Stefano Zapponini, presidente di Sistema gioco Italia, la federazione di filiera dell’industria del gioco e dell’intrattenimento aderente a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, ad esprime il proprio rammarico: “La delusione è profonda, perchè ci aspettavamo un cambio di passo, non perché invocassimo una particolare attenzione, ma almeno un po’di coerenza. Con valutazioni tecnico-scientifiche e non ideologiche. Da un Governo più orientato sul tema specifico come quello attuale, più tecnico, abbiamo ancora un punto di caduta in cui prevale l’ideologia. Tutto questo è aggravato dal fatto che abbiamo introdotto protocolli di sicurezza rafforzati, molto più stringenti di quelli adottati da settori che sono già aperti o lo saranno a breve. Abbiamo fatto uno sforzo enorme, grandi investimenti, per gli impianti di areazione come per i presidi sanitari, abbiamo diffuso vari video per far vedere come sono state allestite le sale, in sicurezza, e li abbiamo mandati a tutte le istituzioni. Poi abbiamo stilato avvisi comuni con i sindacati, che hanno condiviso questo percorso. Che altro dovremmo fare- si domanda Zapponini – per essere considerati non normali ma d’avanguardia in termini di sicurezza? Il tutto è ancora tristemente aggravato dal fenomeno della stretta creditizia, con il ‘nodo’ delle banche che anche di fronte alla crescita zero, al lavoro fermo e alla raccolta bloccata decidono di chiudere i conti che, anche loro, stanno a zero. Ci sarebbe da domandarsi poi come fa un operatore di gioco una volta che ha chiuso il conto, considerando che lavora in concessione per lo Stato.
È un atto sconveniente dal punto di vista della raccolta e anche autolesionistico.
Per fortuna l’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha preso una posizione a riguardo, e sottolineato che è ingiusto da parte delle banche chiedere i rientri e chiudere i conti.
Abbiamo iniziato l’interlocuzione con la commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, con l’Abi – Associazione bancaria italiana, su un tema vecchio ma che sta diventando ancora più emergenziale, perché si somma alla situazione e ad altri problemi”.

E ancora Zapponini: “Essere trattati come gli ultimi della lista ci sta, ma dovrebbero dirci perchè. Prevale una forma di condizionamento ideologico rispetto a quello che loro stessi sventolano come prioritaria, vale a dire la ‘valutazione tecnico-scientifica’, che nel nostro caso non vale.
Nell’interesse dei lavoratori continueremo ad esperire tutti i tentativi possibili, non rinunceremo a farlo, ma il Governo dovrebbe rendersi conto che sarebbe meglio non creare ulteriori danni ed evitare tutto quello che è possibile evitare, considerando la chiusura totale, la stretta creditizia e che quando si aprirà dovremo fare conti con le leggi regionali che non stanno arretrando nel loro percorso, e la cui modifica non è fra le priorità degli amministratori in questo momento.
Lo Stato sembra indifferente a tutto questo, salvo l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che è rimasta lucida. Spero che questa lucidità sia prodromica ad una maggiore consapevolezza anche da parte di altri organismi che devono decidere.
Adm fa una valutazione non solo in termini di mancato gettito ma di oggettivo riscontro: se le attività di gioco e i protocolli applicati funzionano, se sono qualificati e validi, perchè non aprire? L’onere della prova dovrebbe stare a carico di chi vieta, non a noi? E poi, che differenza c’è fra le nostre sale ed i ristoranti?
Nonostante tutto- – conclude Zapponini – non saremo mai sconfitti né domi. Certamente, questa sofferenza è una pagina che deve far riflettere il settore anche sulla frammentarietà della sua rappresentanza; la nostra debolezza purtroppo nasce anche da questo, e in questa fase saremmo dovuti restare uniti e compatti con un’unica voce e posizione”.

La Redazione

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