Sentenza storica a favore dei gestori di centri scommesse alle prese con la legge che vieta la presenza di minori. Spesso tale situazione sfugge al controllo dei responsabili delle sale, costretti a pagare multe salate per omesso controllom
Da oggi, sa un minore entra in una sala da gioco, per sanzionare il titolare occorrerà che la sua condotta sia “obiettivamente omissiva dell’esercizio della prevista e necessaria attività di controllo agli ingressi”. Lo ha affermato la Corte d’Appello di Firenze annullando la sanzione – peraltro accompagnata dalla chiusura temporanea dell’esercizio – che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli aveva inflitto nei confronti di un’agenzia di scommesse di Pisa.
La vicenda risale al 2014, quando gli agenti della Questura toscana avevano effettuato dei controlli nell’agenzia, trovando tra gli avventori anche una ragazza minorenne. La giurisprudenza finora aveva dato peso – in maniera pressoché costante – alla sola presenza della minore, la Corte d’Appello di Firenze invece pone l’accento sulle circostanze concrete in cui si è verificata l’infrazione. La difesa della sala infatti ha dimostrato che la minore fosse entrata repentinamente nell’agenzia, che lo avesse fatto non per giocare ma per altri scopi, e che comunque si fosse fermata in un’area non adibita al gioco. E il giudice riconosce adesso che “tali modalità fanno ritenere scusabile la mancata vigilanza”. Tale sentenza potrebbe fare scuola e permettere a tanti gestori di evitare sanzioni, sempre che siano capaci di dimostrare la loro buonafede.
A. Bargelloni