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Governo verso obbligo super green pass per tutti i lavoratori

Obbligo del super green pass per tutti i lavoratori. E’ questa la direzione verso cui procede il governo per scongiurare l’ulteriore incremento di contagi da variante Omicron. Già negli ultimi due vertici di governo, però, la proposta è stata rigettata. Il prossimo tentativo è previsto per mercoledì 5 gennaio quando sarà convocato un nuovo Consiglio dei ministri. Ci sarà da convincere soprattutto la Lega la quale, ha già sottolineato la necessità, in caso, che lo Stato si assuma la responsabilità per eventuali conseguenze da vaccino ed elenchi i “fragili” esenti dall’obbligo. Intanto il ministro alla Salute, Roberto Speranza è chiaro e nell’incontro con le Regioni di venerdì 31 dicembre ha dichiarato: “Bisogna considerare molto seriamente sia l’estensione dell’obbligo a tutti che l’estensione del Green pass rafforzato al mondo del lavoro”. Un’idea rilanciata dal segretario Pd, Enrico Letta, che ha parlato apertamente di “obbligo vaccinale”.

Alcuni dubbi li ha espressi anche il M5S, gli stessi condivisi dai sindacati soprattutto per il mondo Scuola. Visto l’avvio della campagna vaccinale per la fascia 5-11, l’ipotesi è di prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’auto-sorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di 10 giorni con didattica a distanza e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati.  La segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi lancia l’allarme: “La ripresa delle attività didattiche non deve riprodurre modelli che già si sono rivelati ingestibili. Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al pc. Prima di assumere qualunque decisione, si discuta con chi lavora nelle scuole e con chi conosce le modalità organizzative“, sottolinea Gissi. “Abbiamo firmato un contratto integrativo sulla Ddi proprio per garantire la gestione ottimale dei tempi e della condivisione delle scelte – continua – È sicuramente difficile individuare una soluzione generalizzabile ma nessuno si sottrarrà. Se c’è un aspetto discriminante che farà più male agli alunni e alle famiglie è l’essere considerati diversi in un percorso formativo che rischia l’iniquità. I vaccinati responsabili non si sentiranno gratificati, gli altri non saranno comunque felici per l’isolamento. Occorre poi considerare che i dirigenti scolastici, per motivi di privacy, non hanno la possibilità di conoscere lo status vaccinale degli alunni”.

La Redazione

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