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Italia quasi tutta “gialla”. Si discute sulla riapertura piste scii

Quasi tutta l’Italia torna da oggi in zona gialla e non cessano le polemiche per la questione dei controlli dopo il passaggio di molte regioni in questa fascia con le conseguenti aperture.

E’ prevista per questa settimana la riunione del Comitato tecnico scientifico nella quale gli esperti esamineranno il protocollo messo a punto dalle Regioni per la riapertura degli impianti sciistici. L’incontro, nel corso del quale gli esperti dovrebbero occuparsi anche del Festival di Sanremo una volta ricevuto il protocollo della Rai, non è ancora stato fissato e potrebbe tenersi mercoledì o venerdì, in occasione dell’abituale riunione per l’analisi dei dati del monitoraggio. In base al decreto legge in vigore, gli impianti dovrebbero riaprire il 15 febbraio, data in cui scade anche il divieto di spostamento tra le regioni. Ma una decisione in merito verrà presa solo a ridosso della scadenza: mancano ancora due settimane e dunque bisognerà vedere se i dati epidemiologici consentiranno un allentamento delle misure o sarà necessaria un’eventuale proroga.

Sono stati riaperti per il servizio al tavolo o al bancone ben 293 mila bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi sopravvissuti alle chiusure nelle regioni ora classificate in zona gialla. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento alla nuova mappa dei colori che promuove quasi tutta Italia, con l’eccezione di Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e la Provincia di Bolzano ancora arancioni. A poter restare aperti è l’81% dei locali, ma tra le regioni che possono beneficiare maggiormente della nuova fase c’è la Lombardia con maggior numero di attività presenti, circa 51 mila, seguita da Lazio con 39 mila e Campania con 33 mila. Le riaperture rappresentano un’opportunità per il ritorno alla normalità di 47,8 milioni di italiani residenti nelle regioni gialle costretti a rinunciare al pranzo fuori casa per svago o per lavoro, ma è anche una importante boccata di ossigeno per le attività di ristorazione duramente colpite dalle misure restrittive che hanno provocato nel 2020 una perdita del 48% del fatturato per quasi 41 miliardi di euro. Le limitazioni alle attività di impresa, secondo la Coldiretti, devono prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera, ma serve anche una riflessione sulla possibilità di apertura serale dei ristoranti anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottata, dal distanziamento dei posti a sedere al numero strettamente limitato e controllabile di accessi, alla registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.  ANSA

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