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Obiettivo cenoni natalizi. Il pressing sul Governo.

Circa 600 decessi giornalieri per Covid e c’è chi ancora insiste perchè a Natale si allentino le misure di contenimento. Unico obiettivo: i cenoni. Sembrerebbe impossibile ma è quanto avviene da giorni ormai in seno all’opposizione. Continua così il pressing da più parti nei confronti del governo sul divieto relativo agli spostamenti tra Comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. All’appello del presidente del Piemonte Alberto Cirio dopo l’approvazione del Dpcm entrato in vigore il 4 dicembre che aveva sollecitato una modifica dei divieti, si erano uniti il presidente dell’Unione delle Province Michele De Pascale e alcuni esponenti dell’opposizione. Irremovibile, al momento, l’Esecutivo in quale pare, non abbia alcuna intenzione di allentare la presa correndo il rischio di assembramenti e cenoni natalizi. Il Governo ha deciso anche di impugnare la scelta autonoma del governatore dell’Abruzzo di passare da zona rossa a zona arancione. “Stamattina presentiamo l’impugnativa. La scelta unilaterale del governatore Marsilio ha messo in difficoltà l’intero sistema, a partire dai sindaci. Qualcuno deve preoccuparsi del rispetto delle regole”. Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ad Agorà su Rai 3.

Tutti d’accordo gli scienziati italiani sull’inesorabile terza ondata. Persino l’incauto infettivologo genovese Matteo Bassetti, sul proprio profilo Facebook ha postato: “Che ci sarà una terza ondata Covid è molto probabile. Occorre quindi porre particolare attenzione ai nostri comportamenti: meglio ci comporteremo già da ora e non solo nelle festività, minori saranno i contagi e i problemi ospedalieri post-natalizi. A gennaio si mischieranno le infezioni da SarsCoV-2 con l’influenza stagionale. Ciò che ha fatto da moltiplicatore per la seconda ondata è stato il ritorno alla vita normale e produttiva del fine settembre fatta di scuola, trasporti affollati e altre attività correlate. Sarebbe ora di finirla di continuare a dare tutta la colpa della seconda ondata a chi è andato giustamente in vacanza. Non è dando la colpa a uno o all’altro che si risolve il problema, ma cercando di imparare da eventuali errori commessi per non commetterli nuovamente”.

La Redazione

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