Cosa Nostra aveva le mani anche sull’ippica. E’ quanto emerso dalla maxi operazione denominata appunto ‘Mani in pasta’ (http://cifonenews.comma3.com/mega-blitz-tra-milano-e-palermo-91-arresti/) che ha portato alle prime ore dell’alba di ieri a 91 arresti tra boss, gregari, estortori e prestanomi di due storici clan palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella. Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa. L’indagine, molto complessa, è stata coordinata dal Procuratore capo di Palermo, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e dall’ormai ex pm della Dda di Palermo, Roberto Tartaglia, oggi il numero due del Dap. Interessata dall’inchiesta anche la Marca. Nella lista degli indagati un 24enne di Castelfranco Veneto, M.P., residente nella zona di Borgo Padova. Il giovane, conosciuto nell’ambiente dell’ippica come driver, si trova attualmente ai domiciliari. L’accusa, in base all’ordinanza del giudice, di aver condizionato fraudolentemente secondo i dettami di Cosa Nostra l’esito di una gara ippica nel settore del trotto, in particolare la seconda corsa in programma il 22 luglio 2018 presso l’ippodromo di Modena. Lo scopo era quello di raggiungere un risultato diverso da quello derivato dal corretto e leale svolgimento delle competizioni “incorrendo–si legge nell’ordinanza del giudice- del reato di truffa aggravata ai danni del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in relazione agli artificiosi esiti delle corse, con conseguente vantaggio economico per i sodali scommettitori e relativo danno per l’ente pubblico”.
La Redazione