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Cifone (Acogi): «Pronti a ricominciare dopo l’estate nera del betting italiano»

«Sul mondo delle scommesse italiane sembra essere sceso un preoccupante silenzio», è il pensiero di Ugo Cifone alla ripresa delle attività dell’Acogi dopo la pausa estiva. L’Associazione, che ha riaperto i battenti dopo il periodo agostano, si trova a riflettere rispetto a quanto accaduto nel settore dei giochi alla fine di luglio, e in particolare sull’inchiesta Gambling, cercando di fare il punto della situazione sul reale significato dell’operazione.

«E’ giusto che uno Stato – continua Cifone – indaghi sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in ogni settore di attività e per questo siamo certi che eventuali responsabilità saranno accertate, ma allo stesso tempo è fondamentale che si cominci a lavorare concretamente per mettere ordine in una situazione, quella della raccolta delle scommesse, non chiara e non equa da molti anni».
«Come Acogi, durante questo nuovo anno sociale – prosegue il presidente – ci impegneremo per riportare in primo piano il tema di una regolamentazione chiara e imparziale per le scommesse sportive, e perché si possa arrivare al 2016, anno del nuovo bando, con un percorso già cominciato in cui nessuno possa rivendicare discriminazioni e in cui la libertà di iniziativa privata possa finalmente coniugarsi con leggi interne forti e davvero coerenti».

«Il fatto che il Consiglio di Stato, nei giorni scorsi – conclude Cifone – abbia rigettato il ricorso di Stanley contro la sentenza del Tar Lazio sul Bando Monti, è sconfortante perché non affronta le questioni alla base dell’impugnativa del Bando, e cioè il fatto che quella gara avrebbe dovuto rimediare alle discriminazioni riconosciute dalla precedente sentenza della CGE sul caso Costa-Cifone, di cui sono stato protagonista.
L’Acogi continuerà a impegnarsi nel sociale per la prevenzione del gioco patologico in attesa che l’attuale stratificazione legislativa ceda il passo a norme che garantiscano certezza del diritto affinché la stabilità lavorativa degli operatori del settore, ossia dei titolari dei punti di raccolta del gioco, non sia più compromessa dall’indeterminatezza e dalla mancanza di chiarezza normativa».

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