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Gli operatori scendono in piazza: “Insieme si può vincere!”

Non si arrendono gli operatori del settore gioco legale e scendono ancora in piazza per protestare contro l’ultima stangata prevista dal decreto fiscale. Aumento del Preu al 23,9%, tassa della fortuna fino al 20%: sono questi gli ultimi interventi previsti nella manovra di bilancio dal Governo che chiede ulteriori 300 mila euro al mondo del gaming per far quadrare i conti a fronte di un rinvio della plastic e sugar tax. Per questo Agcai invita a manifestare uniti il 12 dicembre: “Insieme si può vincere – dichiara il presidente Benedetto Palese – Se poi ci sarà bisogno di ritornare in piazza a brevissimo, non bisogna esitare a farlo. I gestori devono farsi sentire, non c’è tempo da perdere. Bisogna far capire non solo al Governo ma anche all’opinione pubblica che siamo aziende normali, che non devono essere tassate oltre ogni ragionevole misura per farle chiudere, perché c’è chi pensa che distribuiscano un prodotto statale ritenuto nocivo. Se il prodotto fa male, il Governo cambi il prodotto e ci dia da distribuire un apparecchio meno pericoloso. La strada da percorrere non è certamente quella di mettere all’asta dei diritti anche per le slot da bar attraverso un nuovo bando che li dà in concessione al miglior offerente, cosa che di fatto sposterebbe tutto il mercato verso multinazionali straniere. Bisogna far capire proprio questo: il vero obiettivo è di impoverire il gestore attraverso un tassazione inammissibile affinché lasci volontariamente il mercato. Scendiamo in piazza per tutelare il made in Italy e siamo sicuri che saremo in tanti e tutti uniti” conclude Palese.

Il 17 dicembre scende in piazza Montecitorio anche  Sapar insieme a Cni, Agge Sardegna e altre sigle associative. “L’obiettivo – fanno sapere – è richiamare l’attenzione del Governo verso le 5000 piccole e medie imprese di gestione degli apparecchi del gioco di Stato che sono in ginocchio, e le 150 mila persone che rischiano il licenziamento a causa dei continui aumenti della tassazione, ormai non più sostenibili”. 

La Redazione

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