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Belgio: dissenso degli operatori contro il divieto pubblicità del gioco d’azzardo legale

Dopo Italia e Spagna anche in Belgio sarà vietato, dal 2025, sponsorizzare gioco d’azzardo. Immediata la reazione degli operatori privati ​​del gioco legale che si dicono indignati per il divieto di pubblicità annunciato dal ministro della Giustizia. In una nota gli operatori hanno espresso il proprio dissenso: “Questa misura non andrà a beneficio del consumatore, anzi. Non sarà più in grado di distinguere tra offerte legali e illegali e saranno sempre più propensi a giocare su siti che non offrono garanzie in termini di protezione dei giocatori. Per il 99% dei giocatori, un gioco d’azzardo è un hobby e un passatempo occasionale. È anche nell’interesse degli operatori che ciò avvenga nel modo più sicuro possibile. Secondo alcune ricerche, circa lo 0,2-0,9% della popolazione è a rischio di dipendenza dal gioco. Questa è una percentuale relativamente piccola, ma è ovvio che ogni dipendente da gioco è un dipendente di troppo e che il governo e l’industria devono fare tutto ciò che è in loro potere per prevenire il gioco d’azzardo problematico. Per questo il settore propone da tempo di imporre un obbligo di vigilanza a tutti gli operatori legali. Tuttavia – prosegue la nota – il divieto di pubblicizzare l’offerta legale non è una soluzione contro la dipendenza dal gioco. Un recente sondaggio di UGent mostra che in Belgio, un operatore su tre che pubblicizza il gioco d’azzardo sui social media è illegale. Se i consumatori non sapranno più distinguere tra fornitori legali e illegali a causa del divieto di pubblicità, si rifuggiranno ancora più spesso presso operatori che, per definizione, non rispettano le regole. Già oggi, in Belgio, 1 euro su 5 viene speso nel circuito illegale. La pubblicità è necessaria per guidare i consumatori verso il gioco d’azzardo legale, controllato e sicuro. Esempi stranieri, come l’Italia e la Spagna, dove la pubblicità e le sponsorizzazioni sono state vietate nel 2019, mostrano concretamente i pericoli di un divieto di pubblicità. Ad esempio, dall’introduzione del divieto totale in Italia, c’è stata una crescita del settore illegale fino al 50% (2019-2021)”.

La Redazione

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