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Abodi: “E’ alto tradimento quello dei calciatori che scommettono su piattaforme illegali”

Il caso esploso di calcioscommesse rappresenta una bella gatta da pelare per i vertici del mondo calcistico. Lo è per Gravina i cui detrattori in queste ore chiedono pressantemente le dimissioni ma lo è altresì per il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, che, in un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Sport, ha dichiarato: “Io raccolgo i sentimenti delle persone che incontro per strada, sicuramente c’è dispiacere, delusione e tradimento. Ora bisogna far assestare l’inchiesta, capire cosa è successo e fare in modo che tutto sia trasparente. Abbiamo bisogno di comprendere e rinnovare la sfida ai comportamenti degenerativi – ha aggiunto Abodi -. Abbiamo investito tanto tempo, i tesserati non possono scommettere sulla propria disciplina e tanto peggio sui siti illegali, ma evidentemente non è bastato. Spero di predisporre, in collaborazione con altri ministri, una carta dei doveri, su quelli ci sono margini di miglioramento. Non solo come calciatori ma come cittadini, i calciatori non sono solo uomini di sport ma anche punti di riferimento per altri giovani, devono pensare che possono essere emulati. Spero che le decisioni assunte tengano conto del valore educativo, in questo caso diseducativo, di questi comportamenti”, ha concluso il Ministro.

Successivamente, parlando a Rai Radio 1, Abodi ha aggiunto: “E’ un alto tradimento quello dei calciatori che scommettono su piattaforme illegali. Può sembrare una definizione ridondante ma per me è così. E’ un tradimento della passione, della fiducia, del ruolo che non è solo quello del calciatore, ma di riferimento per i ragazzi a livello comportamentale. E quindi, va molto oltre il mancato rispetto delle norme. E’ un messaggio diseducativo. I calciatori sanno che non possono scommettere, lo sanno perché viene detto loro sempre, sistematicamente e forse non efficacemente. Forse manca il controllo, i ragazzi un tempo erano seguiti dall’allenatore in modo più diretto. Non si può pensare di contrastare dicendo semplicemente ‘non si fa’. È fondamentale che le istituzioni del calcio facciano la loro parte e siano responsabili di progetti di formazione contro le scommesse illecite per i tesserati. La Lega B, con l’Integrity tour che ho fortemente voluto, vede dal 2018 i club coinvolti insieme all’Aic e al Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Sto cercando di elaborare una carta dei doveri perché i contratti dei professionisti spesso si concentrano sui diritti. Io credo che invece, debbano essere arricchiti da una componente che parla solo dei doveri: il dovere di non doparsi, non prendere soldi in nero, non scommettere perché è vietato per i professionisti, non guardare le partite su piattaforme pirata”.

La Redazione

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