Per il casinò di Saint-Vincent ora si parla di bancarotta fraudolenta. Sull’ipotesi di reato starebbero indagando i pm Ceccanti e Menichetti che coordinano le indagini della Guardia di finanza di Aosta e che, nei giorni scorsi hanno richiesto una proroga del termine delle indagini preliminari.
E’ l’articolo 238 della legge fallimentare che consente di svolgere indagini prima della dichiarazione di fallimento, in presenza di gravi motivi e di una istanza di fallimento.
Il reato di bancarotta fraudolenta si perfeziona con la dichiarazione di fallimento ma anche, astrattamente, con l’omologa di un concordato. Sono sufficienti dei gravi indizi, ravvisati dai pm titolari del fascicolo assieme alla presentazione di una istanza fallimentare. Nell’ambito di questa inchiesta sono state sentite diverse persone, anche politici (è il caso della riunione del dicembre scorso sull’eventuale ricorso alla legge Prodi bis per il salvataggio della casa da gioco) e sono stati acquisiti documenti.
Gli indagati sono sei, tra amministratori e membri del collegio dei sindaci tutti coinvolti anche nel processo per truffa aggravata e falso in bilancio sui 140 milioni di euro di finanziamenti pubblici. Il fascicolo riguarda la gestione, i bilanci e le consulenze, nel periodo della gestione di Giulio Di Matteo ma anche quelli precedenti e successivi.
La Redazione