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Biella, ‘slotmob’ social: “Un bar senza slot ha più spazio per le persone”

In tempi di Covid e distanziamento sociale arriva lo slotmob social. L’idea è ripartita da Biella, prima città in Italia a intraprendere un’accesa battaglia contro il gioco d’azzardo. Con lo slogan ‘Un bar senza slot ha più spazio per le persone’, la sfida è quella di farsi un selfie nel proprio locale preferito, che ovviamente non ha slot, citando la scritta e caricando tutto sui socialnetwork con il tag @slotmob. “Ora non è possibile fare eventi o flashmob perciò abbiamo promosso la campagna sui social – spiega Daniele Albanese, portavoce della Caritas che è capifila dell’iniziativa – Siamo convinti che la maggioranza delle persone non voglia tornare al passato perché i risultati positivi della legge sono evidenti. Dal primo luglio i bar che vogliono far parte dell’iniziativa espongono la locandina. Le risposte sono già un centinaio e stanno arrivando dagli esercenti come dai loro client, da Biella ma pure da Cuneo, Fossano, Novara”.

“L’azzardo crea dipendenza patologica, manda sul lastrico troppe famiglie e bisogna tenere le sale gioco lontane dai giovani. Perciò la legge non va cambiata” spiegano gli organizzatori. Ma facciamo un passo indietro per capire da dove nasce l’idea del slotmob. La battaglia si era riaccesa in gennaio quando una decina di associazioni avevano dato il via alla campagna “Regione Piemonte: a che gioco stai giocando?” a seguito delle proposte di modifica della legge. L’iniziativa è stata condivisa da una decina di associazioni, dai sindacati e, soprattutto dai sindaci che approvarono la delibera in cui si chiedeva a palazzo Lascaris di non cedere alle pressioni sulle limitazioni al gioco d’azzardo decise dalla giunta Chiamparino. “E’ stato dimostrato che la legge funziona – spiega Daniele Albanese – Limitando le aperture e togliendo le macchinette dove ci sono oratori e luoghi frequentati dalle fasce a rischio, la situazione è notevolmente migliorata. In Piemonte si perdono un miliardo e 200 milioni al gioco ogni anno. Il lockdown ha congelato la situazione costringendo molti giocatori patologici a interrompere la catena. E’ stato doloroso ma l’astinenza forzata ha permesso a tanti di uscire dalla spirale”.

Una delle prime azioni che intraprese il gruppo di contrasto alla ludopatia, nel Biellese, fu quella di organizzare un flashmob. Da lì il movimento ottenne la legge regionale nel 2016. L’esempio fu seguito poi in tutta Italia e più recentemente, si è arrivati al blocco della pubblicità del gioco d’azzardo in tv, passato nel Decreto dignità.

La Redazione

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