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Cardia (Acadi): “Basta con divieti assoluti che non distinguono gioco legale da illegale”

Gioco e legalità. Sono questi i temi su cui si è soffermato il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, intervenendo al convegno ‘Primo Rapporto sul Gioco Pubblico’. Riferendosi all’associazione di cui è presidente e che riunisce i maggiori concessionari del gioco pubblico, ha dichiarato: “La nostra presenza è un baluardo di sicurezza che dà fastidio alla criminalità. Siamo in grado di valutare chi accede alla filiera e decidiamo chi ne può fare parte e chi no. Siamo capaci di interloquire con le istituzioni e fare fronte in tempo brevissimo a tutti i cambiamenti richiesti . Adempiamo quotidianamente a tutte le misure antiriciclaggio, facciamo in modo che ci sia la tracciabilità dei flussi finanziari che passano attraverso di noi e attraverso la filiera, ma una cosa che non viene ricordata è che nei nostri locali abbiamo impianti di videosorveglianza obbligatori, e la ragione non è solo quella di controllare la regolarità del gioco, ma anche di mettere un patrimonio di informazioni a disposizione delle forze dell’ordine”. Soffermandosi sull’esigenza di un riordino del comparto giochi, Cardia ha spiegato: “I temi da risolvere unanimamente condivisi sono: esigenza di stabilità e pianificazione, stop all’aumento dei tassazione L’intesa è stata raggiunta in Conferenza Unificata, ma manca un decreto attuativo. 78mila occupati, 5 miliardi di effetti economici indotti, versamento nelle casse dello Stato di oltre 10 miliardi, 2 miliardi di valore da consumo indotto e 14 miliardi di valore aggiunto. Incidenza sul Pil dell’1%, credo che sia tanto, questo serve per comprendere che l’attenzione che pensiamo di ricevere, forse ce la meritiamo. Ci sono tre punti importanti. Aspetto fiscale, riordino e riqualificazione dell’offerta. Noi siamo il simbolo di una emersione che è il nero nel settore del gioco. Il distanziometro fa un assist alla criminalità organizzata e non contrasta il disturbo da gioco d’azzardo. Voglio lanciare una concreta idea di riordino, individuando delle misure serie, con un processo di riqualificazione della domanda, dobbiamo fare prevenzione, soprattutto nelle scuole. Basta con questi divieti assoluti che non permettono di distinguere da gioco legale e illegale. Abbiamo delle forme di controllo su come vengono spesi i 50 milioni destinati alla cura dalla patologia da gioco? Noi vogliamo prodotti più controllati, più misurati, si ragioni su questo, cerchiamo di trovare posti identificati destinati al gioco e qualifichiamo l’offerta anche sotto il profilo delle persone. Vogliamo stabilità, normalizzazione del sistema, basta continui attacchi, riduzioni degli aggi e basta continuare ad ignorare questo comparto”.

La Redazione

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