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Celin querelato dai Coppiello e convocato in Regione. I funzionari: “Cosa vuole da noi?”

Troppe mail, troppe domande, troppe richieste, troppe denunce. Sarebbero queste le colpe di Sergio Celin, portavoce del comitato padovano contro il doping e la macellazione dei cavalli da corsa, per cui è stato convocato nelle stanze del Palazzo della Regione Veneto. L’attivismo di Celin, ormai noto al mondo dell’ippica, si è concentrato da mesi sul caso dell’ippodromo Breda di Padova (http://cifonenews.comma3.com/caso-breda-occupato-da-terzi-senza-titolo-celin-denuncia/), denunciandone la malagestione, poca trasparenza e strani silenzi. E’ proprio questo accendere un faro sull’argomento che ha procurato a Celin una querela per diffamazione e calunnia da parte dell’attuale gestore dell’ippodromo, gruppo Coppiello Paolo, mentre a palazzo Balbi qualcuno scalpita. “Cosa vuole da noi?” si è sentito chiedere Celin dai funzionari regionali, Roberta Vianello e Fabrizio Garbin, massimo dirigente dei Servizi sociali Regione Veneto, braccio destro dell’assessora Lanzarin. Come se non fosse stato abbastanza chiaro nelle sue innumerevoli mail pubblicate dalla stampa in cui più volte ha denunciato la situazione di precarietà dell’ippodromo Breda. Risolta, se così si può dire, la questione dell’ “occupato senza titolo”, ora ci si chiede come sia possibile che, nonostante la pessima gestione, al gruppo Coppiello sia stato, per ben due anni consecutivi, rinnovato il contratto di gestione dell’ippodromo Breda e non perchè vincitore di bando pubblico, ma tramite una scrittura privata. A decidere il tutto il commissario straordinario Marco Della Putta che, a colloquio con Celin e Antonio De Rossi, allevatore e imprenditore, in Regione, pare abbia più volte ripetuto “secondo un mio insindacabile giudizio”. Ora, che il commissario straordinario di un bene fallimentare abbia il potere di glissare la procedura di gara e rinnovare un contratto a suo piacimento questo, si sa, è previsto dalla legge. Sono quei cosiddetti provvedimenti d’urgenza giustificabili dalla necessità di evitare che il bene perda valore. Ma i dubbi a tal proposito diventano incontenibili e le domande sorgono spontanee: perchè il commissario Della Putta non è riuscito in due anni a organizzare un bando pubblico per la gestione del Breda? Perchè il commissario Della Putta continua ad affidare ai Coppiello, in comodato gratuito, la gestione dell’ippodromo nonostante la malagestione più volte denunciata e documentata da Celin? Perchè pare sia secretata la possibilità di accesso agli atti del capitolato e del contratto sottoscritto dai Coppiello, nonostante la precisa richiesta da parte di Celin? Perchè a Palazzo della Regione Veneto invece di preoccuparsi di quanto scriva Celin nessuno si preoccupa di come venga gestito un bene pubblico, di come stiano i cavalli, le famiglie che vivono per e con l’ippica; nessuno si preoccupa di controllare il controllore, di capire come vengano impiegati i fondi del Meef destinati all’ippodromo Breda, nessuno si preoccupa di recepire delle denunce che ormai da troppo tempo arrivano puntuali e puntualmente vengono ignorate?

Troppe domande senza risposte. Intanto Celin non si lascia intimorire e coerente con la sua voglia di trasparenza e professionalità, chiede ufficialmente al Governatore Zaia le dimissioni del Della Putta, perchè “per suo insindacabile giudizio”, non è stato in grado di salvare quello che sarebbe potuto essere il fiore all’occhiello di Padova, lo storico Breda, affidandolo a chi, evidentemente, di ippica e cavalli poco interessa.

D. Pellegrino

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