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Don Zappolini: “Che il gioco legale contrasta il gioco illegale è una bufala”

All’evento di Firenze organizzato da Anci Toscana “Il contrasto al gioco d’azzardo patologico: una scommessa COMUNE” è intervenuto anche don Armando Zappolini di ‘Mettiamoci in gioco’ soffermandosi sulla necessità di un riordino del comparto. “Auspichiamo una legge quadro che regolamenti il settore e che non nasca solo dal Ministero delle finanze ma ascolti anche gli altri ministeri. Spero in una legge trasversale a tutte le componenti nella quale la politica mostri coraggio. Ho chiesto che negli eventi organizzati da Mettiamoci in gioco di invitare la politica non a parlare ma solo ad ascoltare. La politica si occupa di gioco solo quando è all’opposizione, poi quando è al governo non ha il coraggio. L’unica cosa che si è fatta è stato il divieto di pubblicità seguito da una serie di emendamenti per riportare la pubblicità negli stadi. Hanno detto che il calcio è povero. Ma solo io e Luciano Gualzetti siamo riusciti a fermare quell’emendamento che riportava l’azzardo negli stadi. Il problema del gioco sta esplodendo, i servizi non possono sostenere il rischio di questo tsunami. Oltre alla legge quadro – ha detto Don Armando -, la Conferenza Stato Regioni deve difendere il potere degli enti locali. Ogni volta hanno chiesto che i comuni e le regioni perdessero il loro potere di intervenire per tutelare le persone nelle zone che sono a rischio. Dobbiamo quindi difendere gli enti locali. Come Anci dovere tenere alto il ruolo di tutela degli enti. Non fatevi lusingare dal metodo mafioso delle promesse di avere soldi dalle entrate dei giochi”. E ancora “Dobbiamo investire per un approccio nuovo al consumo da parte dei consumatori. C’è un grande problema di povertà e non possiamo far passare liscia alla politica l’ipocrisia di chi si approfitta della povertà. Che il gioco legale contrasta il gioco illegale è una bufala. Le inchieste della comm. Antimafia lo dimostrano. La mafia entra in cose che producono guadagno. Il sistema dell’azzardo, abilmente truccato, produce entrate per la mafia. Dobbiamo difendere quello che abbiamo ottenuto in questi anni. Dobbiamo avere di nuovo l’accesso ai dati affinché la gente sappia i soldi messi in gioco” ha concluso.

La Redazione

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